I Lord Buffalo tornano, e lo fanno alla grande, con un album che guarda alla tradizione gotica statunitense, quella strettamente legata all’omonima corrente letteraria contemporanea. La band di Austin con Holus Bolus mostra tutto il proprio nero e decadente approccio alla realtà quotidiana degli States, grazie a un disco che segna un ulteriore, e importante, passo nella direzione della definitiva consacrazione. Stando alla traduzione letteraria, “Holus Bolus” sta a indicare una sorta di “tutto in una volta”. Se decidiamo di confrontare la scelta del titolo con l’aspetto squisitamente musicale, non possiamo non dirci in perfetta sintonia con i texani.
Un album costruito intorno alla necessità del confronto con il dolore, e alla strada da intraprendere per esacerbarlo. Costruito intorno all’idea di emanciparsi in modo deciso da quell’ambito metal in cui forse, troppo frettolosamente, in troppi li avevano accostati agli esordi, Holus Bolus suona esattamente come dovrebbe fare ogni disco che tende a emanciparsi dai cliché di un genere che non sente proprio. Stampato grazie alla Blues Funeral Recordings, l’album risulta per gran parte della sua durata veramente funereo, soprattutto quando riesce a sposarsi alla desolazione, visiva e sonora, dei grandi spazi statunitensi del Sud Ovest, dove i riverberi si mescolano e si perdono nella polvere di territori aridi e semi disabitati, e l’unico rumore percepibile è quello del vento incessante.
Holus Bolus è quindi, in estrema sintesi, inquadrabile come un album caratterizzato da una fortissima componente depressiva, che trasuda atmosfere decadenti, a tratti oniriche. Un disco che, se visto nella sua complessità, ha il tono forte, deciso e drammatico dei grandi romanzi. Un album a cui non avremmo dato uno spicciolo se avessimo dovuto giudicare dalla copertina, e che invece dimostra una grande capacità espressiva, che, grazie all’intelligente mix tra psichedelia e country, si colloca perfettamente in quel contesto di blues maledetto, sporco e dilatato che troviamo nelle lande depresse di quell’America rurale che, ancora oggi, si nutre tanto di tradizioni quanto di superstizioni.
(Blues Funeral Recordings, 2024)
1. Holus Bolus
2. Slow Drug
3. Passing Joy
4. Malpaisano
5. I Wait on the Door Slab
6. Cracks in the Vermeer
7. Rowing in Eden