Per chi ancora non li conoscesse, i Lorna Shore sono una band dedita al blackened deathcore, formatasi in New Jersey nel 2010, purtroppo spesso rimasti all’ombra di realtà più blasonate nonostante ottime capacità tecniche e compositive. Nel 2018 videro lo storico vocalist Tom Barber abbandonarli per entrare in forze ai Chelsea Grin, sostituito poi nel 2019 da CJ McCreery in arrivo dagli ottimi Sign Of The Swarm, anche se poi sul finire dell’anno venne cacciato dalla band per motivi comportamentali. In ogni caso oggi, dopo tre anni di duro lavoro, eccoli tornare alla ribalta con il neonato album intitolato Immortal.
La title-track parte all’assalto con un incipit epico e stentoreo, con tanto di chorus e tappeto di tastiere e per un attimo potremmo pensare di aver premuto play in un disco power metal, ma ecco poi arrivare una pioggia di blast beats e riff serratissimi ai quali si unisce lo screaming graffiante di CJ McCreery, alternandolo ad alcuni growl profondi e cavernosi. Nel suo complesso avremo quindi a che fare con un brano molto veloce che punta su un impatto diretto a base di maestosa epicità, con la successiva “Death Portrait” ecco far la loro comparse atmosfere oscure e le influenze black metal a cui i nostri ci avevano abituato sin dal primo album, questa volta l’uso maggiore del growling da parte del frontman e riff taglienti portano ad una resa più aggressiva e brutale anche se non vengono comunque tralasciate quelle melodie epicheggianti che imperniano buona parte del platter. “Hollow Sentence” vi riporterà in una dimensione epic/power metal, usata sapientemente per creare atmosfere su cui poi innestare i stop ‘n’ go al fulmicotone e vere proprie sfuriate di basso e batteria creando una perfetta commistione tra violenza sonora e melodia. Come un fulmine a ciel sereno a metà brano ecco arrivare un breakdown pesantissimo che non farà prigionieri in sede live. Giunti a “Misery System” troveremo un brano muscoloso, totalmente votato alla brutalità, qui non ci sarà spazio per melodie, solo riff quadrati e breakdown spezzacollo accompagnati da growl gutturali. Sul finale dell’album menzione d’onore a “King ov Deception”, brano dal taglio maggiormente black metal che ricorda i Carnifex degli ultimi album, in grado di fare delle atmosfere luciferine il proprio pezzo forte, e la conclusiva “Rentless Torment” che attacca con un incipit mefistofelico, sfoderando up-tempo incalzanti di facile presa alternati poi a mid-tempo stentorei creando una commistione che strizza nuovamente l’occhio a precedentemente citati Carnifex.
Ascoltando Immortal si percepisce il percorso evolutivo intrapreso dai Lorna Shore nell’arco degli ultimi anni che li ha portati verso lidi marcatamente epico/melodici, senza sacrificare malvagità e violenza anzi creando una perfetta amalgama tra queste due anime, come fatto impeccabilmente dai Carnifex con Wolrd War X e dai nostri conterranei The Big Jazz Duo, Immortal risulta un disco completo, carismatico e confezionato con cura che farà faville tra i fans dei Nostri ed in generale tra tutti gli appassionati di Deathcore ed Extreme-Metal.
(Century Media Records, 2020)
1. Immortal
2. Death Portrait
3. This Is Hell
4. Hollow Sentence
5. Warpath of Disease
6. Misery System
7. Obsession
8. King ov Deception
9. Darkest Spawn
10. Relentless Torment