I Lost In Kiev sono un quartetto parigino che ha raggiunto una piena maturità musicale con il loro terzo album, Persona, uscito via Pelagic Records questo aprile. Inseriti nel genere post-rock cinematico, ne reinterpretano i canoni in maniera attenta con l’uso preponderante di elementi elettronici. Il concept dell’album è, a tal proposito, l’implementazione dell’intelligenza artificiale all’interno della vita quotidiana.
Con atmosfere à la Blade Runner, Persona risulta essere un album ambizioso. Per i Lost In Kiev la sfida, infatti, è stata quella di cercare di ridurre la durata delle canzoni senza tuttavia perdere l’intensità compositiva a cui ci hanno abituato grazie al precedente Nuit Noire. Ulteriore elemento che il gruppo non cessa di presentare è la personale stesura di una storyline, registrando le proprie parole al fine di aggiungere un ulteriore strato alla composizione, come nel caso delle canzoni “Persona”, “Lifelooper®” e “Mecasocialis”. È comune nel genere post-rock ricorrere, infatti, a parole prese da film ed altri discorsi e non poche sono le band che ricorrono a questo tipo di strategia, basti pensare ad esempio a Milanku e Mogwai. Ogni traccia dell’album è dotata di una propria personale essenza, contrapponendo tracce dalle atmosfere più eteree, come “XM3216”, con altre più metalliche, come la eclettica “Thumos”, che si apre con il basso accompagnato dai synth prima di esplodere nel caos. La forza di Persona sta nella capacità di dipingere un futuro distopico in cui esseri umani e macchine devono convivere: nel compromesso, infatti, sta la vera natura dell’album. Il post-rock più classico si tinge di note elettroniche. Esse si insinuano negli antri lasciati scoperti. Le chitarre sono curate magistralmente, costituendo il punto di forza dei Lost In Kiev, mentre un punto di debolezza a questo punto della loro ricerca musicale risiede nella mancanza di una parte cantata che costituisca un ultimo strato che doni totale completezza alle composizioni.
Persona non manca certamente di personalità, di ambizione e di talento. La cura del dettaglio, le atmosfere e l’uso eclettico di sintetizzatori fanno di questo album un tassello necessario per l’ampliamento del post-rock contemporaneo verso risvolti maggiormente cinematici, relativi cioè a sonorità che “disegnano” movimenti, alimentando una sorta di sinestesia audio-visiva.
(Pelagic Records, 2019)
1. Persona
2. Lifelooper®
3. The Incomplete
4. XM3216
5. Pygmalion
6. Mindfiles
7. Psyche
8. Thumos
9. Mecasocialis