Una collaborazione fra Lustmord e Karin Park non era così prevedibile, eppure Alter è qui a dimostrare che nella musica può succedere di tutto. Lustmord è il progetto del mastermind gallese Brian Williams, una delle leggende della musica elettronica considerato il padre del dark ambient. Fra le sue collaborazioni più importanti figurano Chris e Cosey dei Throbbing Gristle, SPK, Jarboe, Melvins e John Balance dei Coil, per non parlare della sua firma nelle colonne sonore di The Crow o Underworld. Dall’altra parte invece troviamo una piccola (ma nemmeno così tanto) celebrità svedese, Karin Park, attiva in svariati campi come l’industrial, il pop e fa parte anche del nucleo principale dei rocker norvegesi Årabrot. Questa doppietta di artisti ha deciso di unire le forze e dare alle stampe un album forse anti-commerciale per il suo essere impalpabile musicalmente e senza facili appigli, eppure magnifico nel suo porsi come prodotto artistico volto ad esprimere sensazioni interiori. La Pelagic Records ha quindi osato buttare sul piatto qualcosa di particolare eppure, a giudicare dai pre-order in veloce esaurimento, pare ci abbia visto giusto.
Questo Alter è uno di quegli album che non va analizzato traccia per traccia, in quanto è una sorta di viaggio che, nel bene o nel male, possiede delle caratteristiche ben precise. Il suo, forse, più grosso problema è un ermetismo di fondo molto “ripetitivo”, le tracce si somigliano e contengono pochissime variazioni, richiedendo dunque tempo e pazienza per essere comprese – in fondo si parla sempre di ambient. Approcciarsi alla musica di Alter equivale ad intraprendere un viaggio interiore nel buio e silenzio totali come se si iniziasse una sorta di rituale pagano sussurrato (“Hiraeth”) dove Karin con la sua voce ci accompagna come fosse una sciamana per la nostra purificazione fra rintocchi di campane e cori celestiali. La mente inizia a fare i suoi viaggi nella galassia più lontana e profonda (“The Void Between”) con squarci vocali come fossero raggi di qualche supernova rendendo l’anima in totale ipnosi dark (“Perihelion”). Suoni, musica e vocalizzi eterei si fondono in totale magnificenza mentre emergono sfumature psichedeliche e trip-hop (“Twin Flames”) staccando l’anima dal corpo e spargendo nell’aria solo l’eco di gocce d’acqua e vento (“Entwined”). Spazio e tempo si comprimono creando un mood misterioso e liturgico (“Kindred”) creando il giusto tappeto sonoro per l’ascesa all’illuminazione che si raggiunge con non poca fatica ottenendo in premio una maggiore consapevolezza (“Song Of Sol”) finché non si ritorna prepotentemente con i piedi per terra. Le viscere elettroniche di Lustmord si fanno improvvisamente ossessive ed il drone crea nuovamente un senso fisico e materiale (“Sele”) con la sola voce sciamanica e fatata di Karin che, come se chiudesse il cerchio, ci rammenta amorevolmente che la nostra esistenza non sarà più come prima.
L’album va obbligatoriamente ascoltato dall’inizio alla fine e soprattutto senza pause per goderne appieno. Alter è un disco sicuramente non innovativo, eppure pieno di coraggio ad offrire una manciata di tracce (alcune sfioranti i dieci minuti) molto intense, ma non per tutti. Questo progetto ha dalla sua una magia trasversale e per poterla cogliere e farsi ammaliare serve una sensibilità che sta scomparendo. Sapete ancora “Ascoltare”?
(Pelagic Records, 2021)
1. Hiraeth
2. The Void Between
3. Perihelion
4. Twin Flames
5. Entwined
6. Kindred
7. Song of Sol
8. Sele