1. Humanity
2. In My Room
3. The Dark Sheen
4. You
Gli anni 90 per quelli della mia generazione (sono più vicino ai quaranta che ai trenta) hanno segnato una tappa fondamentale nella crescita musicale. Il suono che usciva dalle cassette registrate in quell’epoca ha gettato le basi per tutto quello che è successo dopo: pensate ai Neurosis che forgiarono il post metal, i Kyuss lo stoner, i Melvins lo slugde e molti altri. I Marmo, con il loro demo, mi hanno riportato a quando nella mia scassata Citroen Diane tenevo la musica a palla con le succitate tapes.
Il suono dei romagnoli è di difficile collocazione: di primo acchito traspare una potente macchina macina riff che con suono granitico richiama Unsane e Helmet. Parliamo di materia musicale fatta di sudore e passione. Dimenticate le produzioni leccate e iperpompate che vanno oggi per la maggiore, ci troviamo di fronte a tracce registrate con approccio live che sprigionano energia e immediatezza. Il combo ha deciso di mantenere un approccio strumentale per la proposta (proprio come nei Picea Conica, band dalla quale provengono Friz e Paolo), ci sono solo azzeccati campionamenti che aumentano l’alienazione trasmessa dai brani. L’assenza del basso se da una parte penalizza la corposità del suono, dall’altra lo rende più secco e per certi versi più penetrante. Con un ascolto più approfondito poi emergono ulteriori sfumature, più difficili da cogliere: ascoltate “The Dark Sheen”, brano più aperto a sperimentazioni atmosferiche, e vi renderete conto che oltre alla rabbia subentra un forte senso di desolazione e disillusione, come se i nostri, oramai stanchi, avessero abbandonato anche la voglia di resistere e non facciano altro che chiudersi in loro stessi.
Quello dei Marmo è un urlo soffocato, un mondo in bianco e nero dove ogni superficie è fredda. Se chiudo gli occhi e mi immagino ancora sulla mia Diane mi piacerebbe pensare di trovare la cassetta di questo demo da poter ascoltare. Questa è la loro magia, portare dentro di loro un sentire gli anni 90, traslando la loro musica verso il post metal con una inedita visceralità. E, credetemi, non è poco.
7.0