Avevamo lasciato i Marmo con un interessante promo autoprodotto lo scorso anno. Ora i romagnoli tornano alla carica con un EP di una trentina di minuti che definisce ulteriormente la loro proposta.
La prima cosa che colpisce è la produzione: il suono è più dinamico e meno compresso. Il lavoro fatto nei Soundscapes Studios è il giusto compromesso tra la pulizia dei suoni e la potenza. I riff di Fritz hanno finalmente la giusta pesantezza e la batteria è potente e ben definita. I brani sono cupi e le poche melodie che si ergono dai muri fatti di feedback sono colme di tristezza e malinconia. Il disco si apre con violenza: “Humanity” e “Expand The Hurt” sono i pezzi più diretti e di chiara matrice “Helmettiana“: i cambi di tempo e i riff quadrati portano alla memoria i momenti più riusciti di Meantime. Il disco vive di due anime ben distinte e personalmente mi trovo più vicino al mood di pezzi come “The Dark Seen” e “You”, dove campionamenti (che finalmente trovano il loro giusto spazio ) e aperture atmosferiche prendono spazio portando l’ascoltatore ad un livello cinematico. Quello dei Marmo è una sorta di cortometraggio in bianco e nero che descrive con disillusione ciò che ci circonda.
Il mantra finale di “Demons” è l’ottimo epilogo: un trip allucinato e corrosivo. Se il livello delle composizioni rimarrà tale per il prossimo (e speriamo non troppo lontano), atteso full-length avremo di che soffrire. Nel frattempo godiamo di questo monolite nero pece.
1. Humanity
2. Expand The Hurt
3. The Dark Sheen
4. Rude
5. You
6. Demons(Evil)