I Maybeshewill non sono un nome nuovo nell’universo variegato del post-rock strumentale. Originaria di Leicester la band rilascia il suo primo full nel 2006: dopo un breve scioglimento/iato i Nostri tornano sulle scene in questo 2021 con il loro quinto lavoro, No Feeling is Final. Chi bazzica il genere sa benissimo quanto sia difficile oggi creare qualcosa di nuovo, o che almeno sappia colpire: è infatti facile cadere nell’errore dell’emulazione, riproponendo soluzioni trite e ritrite già sviscerate dalle band cardine, e tutte le volte che ci si avvicina a un nuovo disco si parte spesso prevenuti, o comunque non ci si aspetta chissà quale miracolo. E invece con questo lavoro i Maybeshewill centrano il bersaglio: non verranno ricordati nella storia della musica ma di certo faranno la gioia degli amanti delle progressioni strumentali emozionali.
C’è un uso consistente ma non invasivo dell’elettronica, che si unisce ad un approccio sinfonico e cinematico per creare un’atmosfera ben tratteggiata dalle note che accompagnano il disco. No Feeling Is Final nasce dalla presa di coscienza che stiamo vivendo in un mondo che precipita ogni giorno di più verso l’autodistruzione: spesso osserviamo impassibili foreste bruciare, mari innalzarsi, ghiacciai sciogliersi, e accettiamo tutto questo domati da un controllo a noi superiore, che non ci fa pensare ma che nella maggior parte dei casi ci rende prigionieri di carceri dorate. Il lavoro degli inglesi vuole essere portavoce di un messaggio di speranza, vuole esortarci ad aprire gli occhi, ad agire prima che sia tardi, a prendere una posizione e a supportarci ogni volta che, cercando di reagire e di fare qualcosa, veniamo gettati a terra: questo perché, in fondo, niente è definitivo. Se ascoltato con questa chiave di lettura il disco assume connotati diversi, i cupi e dimessi incipit di molti pezzi rapidamente evolvono in qualcosa di nuovo, di positivo, di incalzante: merito questo dei crescendo tipici del post-rock, che i Maybeshewill utilizzano con disinvoltura toccando corde profonde grazie al sapiente uso di inserti di elettronica e di archi. Di fatto ci si muove su soluzioni già messe in piedi dai God is an Astronaut o dai This Will Destroy You, magari tinteggiando il tutto con le toccanti pennellate sinfoniche tipiche di certi So Hideous, ma l’impianto messo su dai Nostri sembra funzionare, coinvolgendo l’ascoltatore e emozionando a più riprese. “We’ve Arrived at the Burning Building”, “Complicity”, “Invincible Summer”, ”The Weight of Light”, “Refuturing” sono tra i momenti più rappresentativi di No Feeling is Final, ma chiunque si ponga all’ascolto del disco con pazienza e la giusta predisposizione può essere in grado di trovare il proprio spazio, la propria nicchia, il proprio picco emotivo anche in altri pezzi: si tratta di un album che parla al cuore, e lo fa con un linguaggio tecnicamente elaborato ma istintivo e diretto.
Cinematico, coinvolgente e a tratti toccante, No Feeling is Final è un gran bel lavoro di post-rock strumentale. Chi non apprezza il genere probabilmente non cambierà idea, ma di carne al fuoco ce ne è molta, e di qualità: sarebbe un peccato non dare il giusto plauso ai Maybeshewill per l’ottimo lavoro svolto.
(The Robot Needs Home Collective/Wax Bodega/New Noise/Birds Robe, 2021)
01. We’veArrived at the Burning Building
02. Zarah
03. Complicity
04. Invincible Summer
05. The Weight of Light
06. Refuturing
07. Green Unpleasant Land
08. Even Tide
09. The Last Hours
10. Tomorrow