Dall’oscura ombra dei monti Urali si leva l’ancora più oscura ombra a nome Megalith Levitation, a condannarci per l’ennesima volta con i suoi inni ancestrali e le sue marce misteriose. È uscito il 31 marzo Obscure Fire, terzo full-length del terzetto e decisiva ascrizione dei nostri al pantheon del funeral (e forse più in generale del doom) moderno. Nel lavoro lo stoner doom dei nostri, da sempre ricco di richiami al funeral e all’acid/psychedelic rock più estremo, trova infatti definitiva forma e personalità.
L’opener e title-track di Obscure Fire mette subito in mostra il suono che caratterizza la musica dei russi: chitarre così alte e produzione così attutita sono scelte insolite per una composizione doom metal come quella che ci si presenta, ma giustificate al fine di rendere un’atmosfera fumosa, che punta più alla tessitura di un impalpabile alone di mistero che all’impatto opprimente tipico del genere. È così che il riff di “Obscure Fire”, seppur non memorabile, riesce a incanalarsi, complice la salmodiante voce che accompagna la distorta sei corde e il serpentino basso, nel cervello dell’ascoltatore. La successiva “Of Silence” è probabilmente una delle canzoni doom migliori dell’anno: l’inarrestabile progressione dal riff funereo che apre il brano alla cavalcata stoner che lo chiude ha dell’incredibile, e si rimane stupiti come davanti ad un gioco di prestigio una volta resisi conto della trasformazione, quasi si stesse guardando una multiforme fiamma del misterioso fuoco citato nel titolo. Le ultime tre tracce di Obscure Fire, “Descending”, “Into the Depths”, “Of Eternal Doom” (qualcuno ha detto Bongripper?!) compongono un’unica possente suite da più di venti minuti, un inno scritto nelle parole del funeral doom più atmosferico – con palesi richiami a Bell Witch e Skepticism – che non manca però di riffoni meno impegnati e variazioni sul tema, soprattutto nella prima parte del brano. Il tutto sublima nello stesso crepitare di fiamme in mezzo al deserto, unico segno di vita nella gelida notte siberiana, con cui l’album inizia.
Come già accennato, la complessità priva della ripetizione e delle autoreferenze di cui i primi lavori peccavano rende Obscure Fire l’agognato trofeo che permette ai Megalith Levitation di accedere alla cerchia del meglio che il doom metal moderno ha da offrire, caratterizzando la propria arte evocativa e corrotta in modo definitivo. Come il novanta per cento di quello che il genere propone, anche Obscure Fire non è un lavoro di semplice ricezione, ma il potenziale catartico e mistico che ha da offrire ne rende l’ascolto consigliato davvero a chiunque.
(Aesthetic Death, 2023)
1. Obscure Fire
2. Of Silence
3. Descending
4. Into the Depths
5. Of Eternal Doom