Monument du non-être & mouvement du non-vivant è il quarto LP del gruppo canadese Milanku, (in riferimento allo scrittore Milan Kundera). Registrato da Guillaume Chiasson nel 2017 e pubblicato l’anno successivo via Moment of Collapse Records, l’album si inserisce nel solco dei generi post-metal, rock e hardcore, ridefinendo il loro sound verso toni maggiormente eterei rispetto ai loro precedenti lavori. Concettualmente, invece, sono presenti riferimenti lampanti a “La società dello spettacolo” di Guy Debord e al principio estetico mono no aware, derivante dalla cultura giapponese.
Suggestivi ed incisivi, i Milanku hanno generato sonorità altamente melodiche ad accompagnare momenti più aggressivi, formati da growl che sostengono i breaks nelle parti instrumental. La struttura delle tracce è quella tipica del genere post-metal: composta, infatti, da crescendo in cui le chitarre costituiscono il perno dell’intensità, restituendo all’ascolto sonorità dai tratti onirici ed evocativi. Un perfetto esempio in tale senso è “Densité du réel”. Con “Le mouvement du non-vivant”, invece, emerge un lato che stride con l’armonia, sia da un punto di vista musicale – essendo presenti growl e distorsioni – sia da un punto di vista concettuale. In questo ultimo caso, infatti, la rottura avviene intellettualmente, dal momento che viene recitato uno stralcio de “La società dello spettacolo” di Debord, come accennato in precedenza. Egli dichiara la perdita di ogni tipo di individualità, personalità e creatività umane all’interno della società contemporanea, in cui lo spettacolo – di cui i mass media costituiscono una delle sue forme d’espressione – è identificato come una relazione sociale tra individui ed immagini. Queste ultime, in definitiva, sono alienanti, poiché – citando Baudrillard – producono segni che non significano nulla, essendo questi ultimi simulacri e, in quanto tali, celanti la verità. A ciò è correlato il concetto mono no aware: esso si riferisce alla contemplazione ed alla partecipazione emotiva nei confronti di ciò che è fragile, caduco, effimero, in questo caso l’esistenza. Riprendendo Debord, infatti: la passività e la contemplazione sono ciò che caratterizza l’attuale condizione umana. Questi stati del (non-) essere, poiché alienati da sé stessi, sono ben rappresentati dai Milanku traccia per traccia, alternando melodie ed attacchi impetuosi. Le chitarre sono utilizzate per creare le armonie, mentre il growl risulta funzionante alla rottura delle tali, sostenuti da una batteria alternativamente incalzante e distesa.
Ciò che si può imputare alla band è la classicità della loro proposta musicale. Seppur abbiano dato maggiore spazio a momenti eterei all’interno del loro percorso sonoro, mostrando – seppur lieve – mutamento, essi non hanno apportato nulla di innovativo per quanto riguarda il genere post-metal. Monument du non-être & mouvement du non-vivant, infatti, strizza l’occhio a band quali God Is An Astronaut, MONO e Alcest. Nonostante ciò, i Milanku hanno dato vita ad un lavoro discreto, che riconferma la loro personalità.
(Moment of Collapse Records, 2018)
1. Le Dogme Du Simulacre
2. Densité Du Réel
3. Le Mouvement Du Non-Vivant
4. Le Visage Du Tourment
5. Fragments De Néant