Milena Medu lascia – temporaneamente? – da parte l’elettronica andando a sondare in profondità quelli che sono i suoi sentimenti più reconditi, in cerca di quelle risposte che possano conciliare il suo rapporto con il tempo, autentico mattatore delle nostre vite, da cui è impossibile affrancarci. Di lei avevamo già parlato sulle nostre pagine sul finire del 2023, quando recensimmo I See You, il suo precedente EP uscito – come questo – per Mold Records. Cinque brani allora, quattro adesso, a testimonianza del fatto che Milena non ama le lunghe distanze, preferendo concentrarsi su formati che arrivino a destinazione nel minor tempo possibile.
Come il precedente, anche An Exercise In Willpower rappresenta un unicum in ambito contemporaneo se ci guardiamo intorno. Costruito su atmosfere rarefatte, con voce calda e suadente che, in un mood decisamente intimista, riesce a valorizzare al meglio grazie ad arrangiamenti sempre eleganti, Milena Medu ci seduce con un quadro armonico di grande spessore. Concettualmente costruito sul concetto di tempo inteso come compagno di vita, ma anche, al tempo stesso, condanna o perdono, vita o morte dei sentimenti più intimi, in un rincorrersi di dicotomie, l’EP mostra tutto il valore di un’artista ancora, ingiustamente, troppo poco conosciuta.
Quello di Milena Medu oggi è un sound che si fa decisamente apprezzare per il suo saper essere minimale, ma senza perdere il pathos e il fascino che abbiamo imparato a conoscere con il suo precedente EP del 2023. Sarebbe superfluo sottolinearlo, ma intendiamo comunque ribadire come An Exercise In Willpower sia da inquadrare come la sua espressione migliore, sia per completezza di soluzioni, che per eleganza, tematiche, delicatezza e profondità. Il tempo, dicevamo. Quello stesso tempo che sembra davvero andare a perdere ogni significato durante l’ascolto del disco, spegnendo ogni sua velleità, sacrificato sull’altare dei sentimenti che Milena Medu riesce ad evocare. È qui, in un contesto liberato dai riferimenti statici che l’introspezione della Medu ci porta a contatto con un sommerso, il suo, che diventa anche nostro, per osmosi. Un microcosmo fatto di un dolore che finalmente riesce a trovare le parole per palesarsi, dopo una vita passata a nascondersi per il timore di non essere compreso a dovere.
(Mold Records, 2025)
1. Undone
2. Precipium
3. Restrained And Rewarded
4. An Exercise In Willpower