“E gli uomini ricercano pellegrinaggi, e i pellegrini terre sconosciute.” Il sopracitato Thoreau ci introduce alla perfezione in questo pellegrinaggio spirituale, dall’Odissea alla Divina Commedia il bisogno perpetuo di movimento diventa una forma di rivoluzione verso la salvezza. Il vagabondare, tanto caro allo scrittore, porta a strade inesplorate, un camminare fine a se stesso, senza mete, per esplorare lande che non appartengono a nessuno.
I Mono sono tornati. Il loro continuo camminare, cercare, sperimentare non si ferma ma genera nuovi livelli, alzando ancora una volta l’asticella. Undicesimo album in studio per la band sperimentale giapponese, Pilgrimage Of The Soul, registrato nell’estate del 2020 con Steve Albini, è il più sperimentale fino ad ora dissipandosi tra progressioni elettroniche ed arrangiamenti esplosivi. L’arricchimento con sezioni e trame più veloci sembra proseguire il percorso del precedente Nowhere Now Here (2019).
“Riptide” apre l’album, morbide distorsioni e riff fanno da eco ad un piano rilassante e delicato; la pioggia acida scende incessante mentre un riverbero ci bisbiglia il passato all’orecchio fino all’apice esplosivo della batteria. Le solenni chitarre di “Imperfect Things” ipnotizzano, la linea di basso di Tamaki è una cometa che si schianta al suolo immergendosi nella profondità meditativa di “Heaven in a Wind Flower”. Due tracce che creano un gioco di opposti e ricerca di complementarietà senza mai respingersi, ma intrecciandosi. “To See a World” è un loop vorticoso che raggiunge ritmiche più alte tra liquide armonie il basso infonde sicurezza sulle massicce martellate della batteria. Guardare al futuro è possibile solamente con un limpido ricordo del proprio passato, i Mono lo sanno e “Innocence” ne è la prova tangibile. La sperimentazione non si esaurisce, si tinge di emozioni familiari e un motivo epico che ci consente di vagare tra tutte le tonalità di blu esistenti riportandoci all’artwork dell’album; una cavalcata celeste che si esaurisce troppo presto scaraventandoci, con droni discendenti, sulla terra ferma. “The Auguries” copre le ferite con molteplici strati sonori, aggiungendo archi velati e chitarre fino a crearne un bossolo pronto a schiudersi col successivo culmine in “Hold Infinity In The Palm Of Your Hands”. Il punto più alto del disco è anche la traccia più lunga, tastiere dolci accompagnano la nostra rinascita portando la nostra mente al malinconico splendore di Hymn To The Immortal Wind (2009); la congiunzione tra una fine ed un nuovo inizio, il momento di passaggio suggellato da distorsioni che rendono l’atmosfera tragica. “And Eternity in an Hour” chiude la traversata emotiva con il tenero abbraccio di una madre che saluta il nuovo nato, il pianoforte accompagna gli archi in questa rilassante colonna sonora.
Pilgrimage Of The Soul apre la via per un nuovo sentiero; i Mono dimostrano per l’ennesima volta di saper sperimentare non abbandonando gli elementi che li hanno resi una delle più grande band post-rock.
(Pelagic Records, 2021)
1. Riptide
2. Imperfect Things
3. Heaven In A Wild Flower
4. To See A World
5. Innocence The Auguries
6. Hold Infinity In The Palm Of Your Hand
7. And Eternity In An Hour8.5