Sì, Monsieur Gustavo Biscotti, non c’è che dire, è un brutto moniker. Sembrerebbe più un nome da band alla prima demo, o un side project disimpegnato, un divertissement comunque, mai ci si aspetterebbe invece che dietro c’è una band mantovana, che sa il fatto suo, attiva da più di un decennio e arrivata, con questo Rabid Dogs, al suo terzo lavoro. Da band strumentale che erano, percorrendo un percorso post punk, i Nostri sono arrivati a una quadratura del cerchio niente male, stabilizzandosi su quel vecchio post hardcore suonato dai Fugazi, da certa roba della Touch and Go (Big Black e Jesus Lizard su tutti), con una forte predisposizione, dunque, al noise e al post punk, ma anche in qualche modo accostabile a quello degli At the Drive-In.
In ogni caso, nel creare le loro soluzioni musicali abrasive i MGB vanno a pescare lontano nel tempo. E sono freschi, scattanti, credibili, nervosi, ricchi di influenze prestigiose modulate e rilette da una scrittura decisa che sa dove vuole andare a parare. Rabid Dogs esce per le italiane Frammenti di un cuore esploso, Annoying Records, È un brutto posto dove vivere, Sonatine Produzioni e la polacca Antena Krzyku. Si apre sul ritmo tarantolato di “Louise Wine”, che suona anche un po’ noise, mentre le chitarre fanno il loro sporco lavoro disegnando trame e sottotrame. Il post punk si sente maggiormente nella successiva “Little Bastard”. “First Time Shadows” inizia con un attacco che pare venire direttamente dalla chitarra di Page Hamilton degli Helmet, la batteria è scarna e funzionale, la chiusura attenta, come sempre del resto. I MGB non stanno lì a pensarci troppo con riempitivi strumentali, intermezzi, snobismi, dilatazioni, ma vanno dritto al sodo, pestando duro, quand’è il caso, anche con la carica del punk (“Twenty Tunnel”).
Ordinati e precisi nelle esplosioni, negli stacchi e nei vortici di chitarra, i MGB ci sorprendono persino con delle suggestioni space in “Modernism is my Past Continuos” e una bella sezione psych in “Paralytic Taylor”. A trovare il pelo nell’uovo, forse il cantato – non saprei nemmeno dire bene il perché, forse è la pronuncia – potrebbe essere a volte un po’ più smaliziato ma Rabid Dogs va già benissimo così.
(Frammenti di un cuore esploso, Annoying Records, E’ un brutto posto dove vivere, Sonatine Produzioni, Antena Krzyku, 2017)
1.Louis’ Wine
2.Little Bastard
3.First Time Shadows
4.Twenty Tunnel
5.Paralytic Taylor
6.Modernism is my Past Continuos
7.Johnny Glamour