I Mother sono un trio proveniente da Ostend, Belgio, recente aggiunta della Consouling Sounds. Ora i più attenti di voi faranno “1+1” e già potranno iniziare a tirare le somme su che genere possono proporre i Nostri: sebbene la risposta possa essere scontata già vi diciamo che il qui presente I saprà stupirvi e sorprendervi. Pubblicato nell’ottobre del 2020 è stato oggetto di ristampa da parte dell’etichetta belga in seguito all’inclusione nella famiglia del terzetto, ed è la prima parte di una trilogia su un viaggio burrascoso e difficoltoso, non si sa se fisico o mentale, durante il quale il protagonista viene supportato da una “Madre” dal comportamento ambiguo duplice. Sette pezzi, senza titolo ma semplicemente numerati, sette schegge di anima e di cuore messe in musica con una passione, un pathos ed un coinvolgimento che onestamente dopo aver sentito certe cose degli Amenra (tanto lo sapevate che li avremmo tirati in ballo…) non ci aspettavamo più di sentire sotto questa etichetta: e invece, come preannunciato, i Mother stupiscono.
L’inizio è affidato ai riverberi di chitarra di un brano strumentale solare, assolutamente nei canoni del post-rock: pieno di speranza e di calore, i riff si assommano e si fondono prendendo peso e corpo come genere vuole, aumentando gradualmente di intensità e ritmo: ma è un attimo perché tutto cambi. Il secondo pezzo è strutturato su una possente base ritmica e su chitarre taglienti ed avvolgenti, che tratteggiano spirali soffocanti e drammatiche in netto contrasto con il brano precedente. Le promesse della Consouling Sounds sono qui mantenute, con degli arpeggi sofferenti, ripetuti allo sfinimento e in grado di creare un fitto muro di ansia e tensione: l’entrata in scena del cantato, prima in pulito poi con scream abrasivo non fa che aumentare queste sensazioni, fino al climax in cui tutto collassa e deflagra in maniera drammatica e allo stesso tempo incredibilmente coinvolgente e melodica. Un ulteriore cambio di passo ci travolge nel terzo pezzo, che si apre con un attacco feroce apparentemente confuso e violento, una rabbia cieca che, al contrario di quanto avvenuto nella canzone precedente sfocia in maniera del tutto improvvisa ed incredibile in un riffing solare, arioso, di nuovo di chiara matrice post-rock, supportato da un emozionante cantato pulito. E anche se si è trattato di un attimo di sole in mezzo alla tempesta, è servito a riprendere fiato prima di buttarsi nuovamente a capofitto nel dramma messo in musica dai Mother.
La bellezza di I risiede nel fatto che i vari pezzi costituiscono un unicum emotivo abbastanza inscindibile. Descriverli uno ad uno non ha senso ed anzi non rende loro giustizia: abbiamo citato i primi tre solo a titolo esemplificativo e per rendere l’idea di quanto all’interno di uno stesso brano cambino umori, atmosfere e sensazioni, pur restando sempre altissima la soglia dell’emotività. Merito questo di un lavoro sapiente da parte del trio, in grado di unire con gran disinvoltura post-rock, shoegaze, black metal (o post-black metal in questo caso) senza risultare già sentito. Anche all’interno della stessa Consouling Sounds non si trova una band in grado di fare lo stesso: i Mother si ispirano agli Amenra, ai Wiegedood, ai Pothamus, ai Raum Kingdom, ma distillano il tutto alla luce di una proposta incredibilmente coinvolgente, che se non ti cattura con la ferocia del distorto, ti ammalia con la bellezza degli intrecci armonici delle voci pulite o dei giri di chitarra melodici e solari. In un modo o nell’altro si cade comunque vittime della “Madre”.
I è un fulmine a ciel sereno, un disco che non ci aspettavamo potesse essere in grado di colpire con tale potenza senza scimmiottare i numi tutelari che popolano la stessa etichetta per la quale esce. I Mother vanno assolutamente tenuti d’occhio: non si sa cosa riserverà per loro il futuro, risultare prolissi e già sentiti usando questa formula in particolare è molto facile (gli stessi Amenra alla lunga ci sono cascati), ma se sapranno dosare con attenzione le loro forze senza strafare sentiremo sicuramente parlare di loro.
(Consouling Sounds, 2021)
1. I
2. II
3. III
4. IV
5. V
6. VI
7. VII
8
Abbiamo appena parlato dei Mother in occasione della ristampa del loro debutto I: recente acquisto della Consouling Sounds, anche loro provenienti dal Belgio e con la stessa propensione alla sofferenza, al dolore e alla catarsi in musica di tanti dei loro compagni di etichetta.
Il qui presente Interlude I: The Loving Care Of A Mother For A Child non è un full, né tanto meno un EP: è una sola canzone della durata di tredici minuti, che si pone come ideale intermezzo (appunto) tra il primo full del 2020 e le uscite future della band. Stando alle loro stesse parole si tratta della trasposizione di un viaggio, di un percorso di crescita magari, del protagonista (l’ascoltatore) che viene guidato da una Madre che apparentemente si presenta come amorevole e collaborativa, salvo poi rivelarsi opprimente ed egoista. Una lettura al testo può effettivamente confermare questa interpretazione, con gli ultimi tre versi (Don’t fail me now, as I have given you all./Go as far as I have taught you./Shine brightly) che lasciano all’ascoltatore un senso di sospensione ed angoscia. Come nel caso del primo disco musicalmente siamo dalle parti di un post-black metal venato di shoegaze: gli elementi sono dosati e bilanciati con cura, e il pezzo risulta essere assolutamente ben strutturato e a suo modo (e per il genere proposto) addirittura orecchiabile.
Un cantato sofferente e sguaiato ci accompagna attraverso quattro macro movimenti nei quali la canzone può essere suddivisa. Si parte con un assalto frontale molto melodico, dal riffing teso e drammatico a metà tra gli Ajuna e gli Addaura, supportato da una sezione ritmica rocciosa e marziale. Questa prima parte lascia presto il passo ad un secondo momento più ragionato ed atmosferico, che riprende il leitmotiv del brano in maniera più dolce, malinconica e toccante: tornano in questo caso abbastanza prepotenti i riverberi tipici “dell’Amenra pensiero”, anche se come accaduto nel disco di debutto sono reinterpretati in maniera personale e tutto sommato originale. La pace ha breve durata, e la seconda metà della canzone vede una ripresa diretta del tono iniziale, senza particolari variazioni degne di nota, per arrivare ad una chiusura nella quale si tirano le fila della canzone, concludendo il viaggio in maniera solenne e drammatica.
Interlude I: The Loving Care Of A Mother For A Child è sicuramente un bel brano, ma troppo poco per dare un giudizio definito, almeno se già non si conoscono i Mother; se invece si ha già presente l’operato del combo allora risulta essere assolutamente in linea con quanto proposto in I, non aggiungendo però molto ad un’opera già da sola ottima. Il voto è “bassino” in sé perché tiene conto proprio di quanto sopra, ma non fatevi condizionare e dategli lo stesso un ascolto, se non altro servirà ad introdurvi al contorto mondo di una band che si sta caratterizzando come di assoluto valore.
(Consouling Sounds, 2021)
1. Interlude I: The Loving Care Of A Mother For A Child