Il debutto dei Mother datato ottobre 2021 (tre anni fa esatti) ci aveva stupito per la sua potenza e drammaticità, un bellissimo mix di post-rock e post-black metal che ben si incasellava nelle produzioni targate Consouling Sounds. Prendendo le mosse da quanto fatto dagli Amenra, in certi casi esasperando le asprezze sulla falsariga dei Wiegedood, il trio aveva creato qualcosa di ammaliante, destabilizzante e avvolgente. Il seguito di I, intitolato semplicemente II, parte esattamente dalle stesse basi ma sviluppa ulteriormente il concetto di unicum musicale, da noi già sottolineato nella recensione del debutto: i belgi in questo caso ci consegnano un unico pezzo della durata di quaranta minuti, che sebbene tocchi le stesse corde del precedente lavoro, non stupisce come l’opera prima.
Gli ingredienti ci sono tutti: arpeggi laceranti ripetuti allo sfinimento che creano un climax ansiogeno e teso; l’esplosione catartica con uno scream abrasivo e feroce; le sfuriate delle sei corde che, unite ad una sessione ritmica travolgente, assalgono l’ascoltatore e lo trascinano in un vortice impetuoso, per poi depositarlo momentaneamente su spiagge solo apparentemente calme (e in questo caso la voce cambia in un clean emotivo e drammatico), prima che una nuova tempesta si scateni nuovamente. Se vogliamo fare un distinguo la prima metà è probabilmente quella più votata all’aggressione sonora, mentre la seconda parte del pezzo, idealmente separata dalla precedente da un break teso e interlocutorio, è forse più cupa e disperata, assume maggiormente i connotati rituali e ipnotici tanto cari agli Amenra. A livello di puro e semplice pathos è forse quest’ultima sezione ad avere una maggior presa sull’ascoltatore, colpendolo ai fianchi, sfinendolo per poi dargli il colpo finale.
E quindi cosa non funziona come dovrebbe in II? Il problema a nostro avviso sta proprio nella soluzione scelta di presentare un unico pezzo: così facendo i Nostri si sono tagliati le gambe da soli, si sono rinchiusi in un loop che musicalmente va a riprendere sempre le stesse strutture e sonorità, non presentando quelle variazioni, anche piuttosto significative, che avevano invece caratterizzato il debutto. Il quale, ad oggi, resta ancora ineguagliato in termini di puro e semplice impatto emotivo, potendo vantare di un maggior numero di soluzioni, tutte egualmente efficaci, in grado di conquistare l’ascoltatore. Stavolta i Mother hanno mancato il bersaglio: di poco sia chiaro, abbiamo comunque tra le mani un prodotto interessante e avvincente, ma non così a fuoco come il debutto. Non un passo falso quindi da parte dei Nostri, semplicemente un esperimento a parer nostro non perfettamente riuscito, seppur assolutamente degno di essere almeno ascoltato.
(Consouling Sounds, 2024)
1. II