Quanto è bello quando metal e ambient si uniscono… a volte nascono creature strane, creature che rifuggono il consueto significato di bellezza. Creature malsane, vili; scevre da qualunque senso di buon gusto e che fanno di ciò che è la loro essenza deforme e imperscrutabile il loro vero fascino morbosamente tetro. Questi sono i francesi Mütterlein che dopo lo scorso Orphans of the Black Sun tornano a far meditare sulla propria sanità mentale chi li ascolta.
Molto difficile ascoltare Bring Down The Flags e non restarne profondamente turbati e affascinati. Le sonorità, lo spirito e il cuore di questo disco sono quanto di più deprimente e opprimente ci sia in giro. Tutto sembra così lontano, così in fondo a un buio abisso, precipitato in fondo a un pozzo umido, freddo e carico di tristezza che penetra l’animo di chi ci si addentra senza uscirne mai più, forse per propria volontà o forse perché i tentacoli di questa creatura trattengono laggiù. I brani sono mediamente lunghi, non lunghissimi, ma sufficientemente longevi per carpire tutto il malessere di cui è affamato chi ascolta questo tipo di musica. Il doom è forte qua dentro perché si avvale della componente dungeon synth. Con l’unione di queste due gemme dell’arte musicale nascono pezzi come “Violence and Misery” e “Mother of Wrath”; pezzi che non sono mere canzoni, ma ultimi respiri di un corpo che muore per asfissia prima che i primi vani guizzi delle terminazioni nervose sanciscano la morte definitiva. Pezzi di una musica universale che spiccano per l’elevato senso emotivo. Musica che non senti solo con le orecchie, ma anche con l’amigdala. Un insieme di suoni mesti e riverberati che fanno distinguere pochi degli elementi presenti, le voci sono tra i pochi davvero inconfondibili e lo sono proprio per dare a chi ascolta quel senso di scomodità e agitazione che questa musica deve trasmettere.
Lo so che si evince ben poco da quanto scritto poco sopra, ma se dovessi essere per forza sintetico, beh, direi che questo disco è una perla. Nel mio piccolo direi anche capolavoro, ma non voglio attirare troppo l’attenzione, anche perché magari, qualcuno ben più competente di me potrebbe forse confutare la mia ipotesi. Questo è un disco per pochi, è un disco completamente inadatto a chi ascolta musica per sentirsi più leggero, a chi ascolta musica perché vuole ballare e vuole che questa forma d’arte che amiamo così tanto lo trasporti con suoni gradevoli verso uno stato di serenità. No, Bring Down The Flags è un disco che si porta dietro una tristezza immensa, un forte senso di soffocazione, ansietà e la costante sensazione che da qualcosa o da qualcuno si è seguiti. É un disco meravigliosamente cupo, tristemente bello; e non posso che suggerire di ascoltarlo assieme ad altre tre perle come In Memoriam dei Lovecraft Sextet, The Last Eidolon di Old Tower e Transformalin di Diagnose: Lebensgefahr.
(Debemur Morti Productions, 2021)
1.The Descent
2.A Mass For It
3.Mother Of Wrath
4.Violence and Misery
5.A Mess To Me
6.Requiem