I Naat nascono a Genova nel 2014 dall’unione di membri provenienti da diverse bands liguri. La band, che propone un post-metal interamente strumentale, arriva al debutto il 3 ottobre 2016 con Naat.
Il gruppo fin dalla prima traccia “Vostok” lascia intravedere una certa fascinazione per i riff chitarristici circolari, intersecati da una sezione ritmica sempre potente e precisa, se si eccettua qualche caso in cui tende a dominare il brano in maniera dinamica (“Dancalia”). Tolti un paio di brani di intermezzo (la darkeggiante “Temo” e la più spaziale e visionaria “Bromo”), che forse avrebbero meritato un maggiore sviluppo dato il buon grado di interesse suscitato, i rimanenti brani denotano un ottimo lavoro di arrangiamenti, ben valorizzati anche da una produzione adeguata al genere proposto. Fa piacere constatare che, pur rimanendo nei ben delimitati recinti del post metal, la band inserisce un minimo di dinamicità ed emozionalità ai propri brani, al contrario di molti colleghi che puntano solamente all’impatto sonoro. Alcune tracce trasudano malinconia (“Falesia”), altre invece sono più opprimenti ed inquietanti, altre ancora esplodono nervose e dirette (“T’mor Sha”) ma in generale si trova sempre un efficace connubio tra momenti atmosferiche e sezioni più prettamente metalliche ed aggressive.
Nonostante qualche passaggio strumentale ripetuto in maniera ossessiva e qualche brano un pochino meno riuscito di altri, i genovesi hanno fatto un buon lavoro, che sicuramente piacerà agli appassionati. Ci sono buone speranze per un lavoro migliore nel prossimo disco, a patto che venga fuori maggiormente quell’impronta personale che al momento latita fin troppo.
(Argonauta Records, 2016)
1. Vostok
2. Falesia
3. Temo
4. Baltoro
5. Bromo
6. Dancalia
7. T’mor Sha