Vengono da Bologna i Nachtschwarz, giovanissimo progetto a firma del duo Cassandra (basso e voce) e Dorian (chitarra, voce e batteria), ma hanno già le idee molto chiare. Tematicamente i Nostri si inseriscono, anche per loro stessa ammissione, nel filone RABM (Red Anarchist Black Metal), sottogenere nel quale vengono incluse molte band black/blackened crust e con tematiche legate all’ambiente, all’antifascismo e all’anarchia… Panopticon, Iskra, Skagos, Ancst, Dawn Ray’d, Groza e Dödsrit sono alcuni dei gruppi facenti parte più o meno dichiaratamente di questo filone, e le cui sonorità hanno sicuramente influenzato i bolognesi. C’è infatti un piglio quasi crust, belligerante e dai toni cupi e apocalittici nei quattro pezzi che compongono l’EP di esordio Abysmal Ruin, un lavoro che possiamo tranquillamente catalogare come black metal atmosferico e che, nonostante il genere assolutamente inflazionato, si lascia ascoltare con piacere. C’è un senso di catastrofe imminente, di un qualcosa di incalzante nei confronti del quale non dobbiamo farci trovare impreparati, c’è un fiero titanismo quasi alfieriano nelle parole dei Nachtschwarz, che si unisce alla presa di coscienza che molto intorno a noi sta andando a rotoli, e che è necessario prendere una posizione.
Abysmal Ruin si apre con “Beneath the Grave”, pezzo che fa leva su un’epica e trascinante melodia figlia di Ancst e Dawn Ray’d supportata da un lavoro incisivo e puntuale nella sezione ritmica. A momenti rapidi ed incalzanti si alternano parentesi più riflessive nelle quali i Nostri hanno la possibilità di tirare il fiato e contemporaneamente canalizzare una foga crescente che poi sfocia nel ritornello: una formula questa che si ripete più o meno in tutti i pezzi.
Non ci sono consistenti passi falsi o canzoni da buttare nell’esordio dei Nachtschwarz, il ritmo si mantiene sempre teso e carico: possono essere eventualmente segnalate come canzoni più rappresentative la già citata “Beneath the Grave” e la conclusiva, più ragionata e strutturata “Eternal Grief”, ma in generale siamo di fronte ad un esordio più che valido.
Manca forse un po’ di varietà nel songwriting, che talvolta suona prevedibile o “già sentito”, ma è qualcosa alla quale i Nostri possono sicuramente porre rimedio: per il momento possiamo pertanto tranquillamente considerare i Nachtschwarz una band da tenere d’occhio, e il voto assegnato vuole essere un incoraggiamento ed un “in bocca al lupo” per il futuro.
(Autoproduzione, 2021)
1. Beneath The Grave
2. Seeds Of Vengeance
3. Maelström
4. Eternal Grief