A poco meno di un anno da “Luminous Rot” (Southern Lord Records), e archiviata la parentesi coi [ BOLT ], Aidan Baker torna a mietere vittime coi Nadja. Per l’occasione il duo canadese ha scelto di avvalersi della collaborazione della batterista/performer, Angela Munoz Martinez (Nunofyrbeeswax, Hypnodrone Ensemble e Vrouw!). Dalla loro sinergia è uscito, grazie anche alla collaborazione con la tedesca Midira Records, “Nalepa”, album che arriva a vedere la luce a distanza di due anni dalla conclusione delle registrazioni. E lo fa in una edizione che comprende sia la versione in 12″ che in CD. Il legame con l’etichetta tedesca si concretizza e si palesa anche grazie all’artwork curato da Paw Grabowski (in arte øjeRum), l’artista e musicista danese che ha stravolto il mondo del collage, anch’egli presente nel roster della Midira Records.
“Nalepa” è un album dalla connotazione fortemente ipnotica e primordiale. Non poteva essere altrimenti visto che è il frutto di una sessione improvvisata dal trio negli ex studi di trasmissione radiofonica della DDR, i famosi Funkhaus studio di Berlino, luogo perfetto per valorizzare le loro sonorità oppressive. La prerogativa pressoché unica degli studi va ricercata nella perfetta acustica realizzata totalmente in legno, e nell’utilizzo di appositi prismi rotanti fissati sulle pareti che permettono di scegliere l’acustica desiderata grazie alla rotazione degli stessi, fornendo un’esperienza sonora unica e totalizzante. Baker non si è accontentato di realizzare l’album, a distanza di poco più di un mese infatti ha realizzato, sempre negli stessi studi, un secondo disco dal medesimo titolo uscito nella sola versione in CD. Altri 4 brani dal taglio meno catartico e catastrofico ma altrettanto implacabili nel ricondurci al fastidio auricolare di cui abbiamo costantemente bisogno. I due album, legati non solo da un concetto di base che li riconduce al medesimo sentore, ma anche da un punto di vista rumorista, riescono però a mantenere una propria individualità distinta scissa dalla genesi comune.
Concettualmente possiamo dividere l’album in due parti, una prima più martellante, ripetitiva, quasi rituale, e una seconda, caratterizzata da un approccio più sperimentale, più libera. “Nalepa” è senza dubbio un disco che, con le sue ritmiche ossessive, comprime i nostri pensieri, annientandoli e sradicandoli dalla nostra mente sopraffatta e dilaniata. Andando a restringere la distanza tra il mondo reale e quello dei sogni. L’ideale colonna sonora, quindi, per questi giorni in cui siamo alle prese con il passaggio da una minaccia invisibile, ma al tempo stesso tangibile, ad una più concreta, che i media ci vomitano addosso ogni momento, lasciandoci nell’incubo di una ipotetica guerra nucleare, che vada a sostituire quella sanitaria.
(Midira Records, 2022)
Funkspiel I
Funkspiel II
Funkspiel III
Funkspiel IV
Funkspiel V
Funkspiel VI
7.5