Chi bazzica in questa webzine molto probabilmente conoscerà l’etichetta Dio Drone, piccola label underground nostrana fondata da Nàresh Ran che ad oggi è una sorta di personaggio di culto per le sonorità più particolari e sperimentali. Il buon Nàresh ha pubblicato la sua nuova opera che si intitola Re Dei Re Minore ed uscirà tramite l’olandese Breathe Plastic Records e l’italiana Toten Schwan Records. Trattasi quindi della sua recente fatica discografica solista di cui è stato deciso di registrarla fuori porta, on the road, per poi plasmarla con strumenti portatili sempre presenti in borsa. Una sorta di tentativo, quindi, di varcare determinati confini e proporre qualcosa di innovativo.
Bisogna partire dal presupposto che tutto ciò che si ascolterà nelle quattro tracce dell’album deriva da registrazioni “ambientali” fatte in strada, nei boschi o durante viaggi notturni tra Praga, Pennabilli, Tenno e Firenze. Il disco è una sorta di viaggio tra suoni, rumori, colori e voci dove è difficile descrivere a parole cosa è stato messo in musica. L’ambient di Nàresh flirta con molte cose e risulterà sempre qualcosa di enigmatico e sfuggente dove le melodie sono dosatissime e fungono più da “pausa” come per respirare dopo una caduta nello spazio profondo. Le atmosfere possono essere oniriche e sognanti, quasi liturgiche, come nell’opener “kutna_hora” per poi disperdersi in sonorità che si fanno via via più dure, robotiche ed industrial come a visualizzare un’evoluzione da uomo a macchina. “Veglia” invece spinge su un mood quasi futuristico e visionario, quasi una sorta di pausa interiore di ampio respiro dove tutto diventa incorporeo mentre con “a_r” ci si ritrova al cospetto di una tavolozza talmente sfaccettata da restarne ammaliati piena di visioni, anche un certo post-rock fa capolino ogni tanto, nuovamente rumori ambientali più terreni, sonorità assortite di chissà quale significato ma con tanta vena quasi poetica nell’assemblare tutto. La finale “re_minore” invece presenta moltissime parti narrate, che stringono la mano a melodie sparse nel vento, dove traspare una sorta di rabbia repressa che esplode fragorosamente verso la fine tirando fuori sfumature noise che fino ad ora non erano così preponderanti. A sorpresa questo è uno di quegli album che quando finisce è come se lasciasse un vuoto, come se chi ascolta ne avesse voluto ancora nonostante la durata tutt’altro che esigua.
Re Dei Re Minore è un album fine, che sembra finire prestissimo, intelligente e che può avvicinare moltissimi curiosi ad un genere che magari prima non ascoltavano. Consigliato!
(Dio Drone, Toten Schwan Records, Breathe Plastic Records, 2020)
1. kutna_hora
2. veglia
3. a_r
4. re_minore