Nasce nel 2019 il progetto Nebran, dietro cui si cela il mastermind Adrastos: non si sa molto di questa one-man band, che dopo una demo ed uno split si riaffaccia in questo 2022 con il primo vero e proprio full dal titolo …Of Long Forgotten Times. Nelle note informative che accompagnano la copia del lavoro che abbiamo esaminato si dice che Nebran si ispira ai primi lavori di Emperor, Burzum, Gehenna, Storm, Strid, Isengard e Mortiis: se vogliamo dare delle coordinate esatte del lavoro possiamo inquadrarlo nel filone atmospheric black metal, con un paio di precisazioni. I tempi medi spesso utilizzati dal Musicista e la ricerca della ripetizione ossessiva e stratificata dei riff fanno pensare quasi più al depressive di scuola australiana e francese, il ricorso a synth algidi e glaciali rimandano agli Enslaved epoca Frost (e in generale a tutto il black metal coevo, quindi giusti alcuni riferimenti citati poco sopra); le atmosfere infine, la ricerca di scenari sonori lontani, antichi e polverosi rimandano a certe cose di Mortiis (come ancora una volta giustamente citato) ma anche Vivus Humare e in generale al filone del medieval black metal che sembra stia fiorendo proprio in questo periodo (ci vengono in mente Heltekvad e Véhémence).
…Of Long Forgotten Times consta di nove pezzi dal piglio tragico, vagamente apocalittico, che strizzano l’occhio a melodie tutto sommato evocative, anche se, e questo è un punto debole del lavoro, non particolarmente originali o coinvolgente. Se escludiamo alcuni momenti infatti Nebran non riesce a coinvolgere totalmente l’ascoltatore e a trasportarlo nel suo mondo lontano e arcano, svolgendo un compito oggettivamente a tratti anche ben fatto, ma che tende all’autoreferenzialità e che non riesce ad andare molto oltre. È di fatto un po’ il limite del depressive questo, un genere che basa il suo potere di fuoco sulla capacità di soffocare e di ipnotizzare con spire musicali avvolgenti e strangolanti, ma che quando non spicca particolarmente di originalità finisce per suonare addirittura prolisso. “Fugitive From A Fallen Empire” in entrambe le sue parti, la title-track con la sua coda “moonsorrowiana” e i momenti tipicamente atmosferici affidati ai soli synth come le due sezioni che formano “Seclusion” e “Peering Into Darkness” sono probabilmente i brani migliori del lotto, perfettamente in grado di rendere l’idea del “Nebran-pensiero”: la rimanente parte si attesta su livelli buoni ma che, come detto, ripetono cose già dette (da Nebran stesso peraltro).
Un debutto discreto questo …Of Long Forgotten Times, che potrà fare la gioia di chi ama crogiolarsi nel mondo del Medieval Black metal e del Depressive, ma che onestamente potrebbe lasciare abbastanza indifferenti molti altri ascoltatori.
(Ván Records, 2022)
1. Introduction
2. Fugitive From A Fallen Empire pt. I
3. Fugitive From A Fallen Empire pt. II
4. Against A Modern World
5. Peering Into Darkness
6. Of Long Forgotten Times
7. Seclusion Pt. I
8. The Witch (That Never Existed)
9. Seclusion Pt. II