Solitamente il mio modus operandi nella scrittura di queste recensioni è molto leggero e spensierato, ma quest’oggi ci troviamo davanti a uno dei monoliti della musica d’avanguardia moderna e la suddetta spensieratezza va decisamente lasciata da parte. I Neptunian Maximalism sono la portata principale del giorno, un collettivo di musicisti unico che è sempre stato capace di convogliare sonorità e atmosfere assurde nella loro musica altamente sperimentale a metà tra musica tribale, psichedelica e jazz e per questo motivo vi esorto ad ascoltare anche il loro pregiatissimo biglietto da visita migliore ovvero il fantastico Eons di un paio d’anni fa. Oggi però siamo qui per commentare la loro nuova uscita altrettanto debilitante, Finis Gloriae Mundi, e non sarà affatto facile.
Il titolo Finis Gloriae Mundi è di per sé già un’ottima presentazione per questo compendio di psichedelia che fin dal primo istante con i suoi intricati sviluppi rappresenterà per tanti una discesa a spirale in un mondo oscuro dalle atmosfere cupe, perturbanti ma curatissime. In questi minuti si è messi davanti un mondo ritualistico, monolitico e dispersivo che difficilmente riuscirò a condensare in un discorso logico come fatto per altre band in passato; i Neptunian Maximalism si riconfermano semplicemente una realtà capace di distruggere e destrutturare il concetto normale di musica. Con questo live (sì perché stiamo parlando di una registrazione live dell’anno scorso effettuata a Nijmegen in Olanda) riescono di nuovo ad esprimersi a 360 gradi con una naturalezza e una serenità semplicemente uniche. Ogni singolo componente riesce ad apportare al tutto la giusta quantità di follia per rendere questo viaggio sempre più maledetto ogni volta che interviene un nuovo suono. Le atmosfere tirate in ballo dal collettivo sono uniche e messe in gioco con un’esecuzione ipnotica: siamo davanti a musica decisamente sopra le righe, questo di certo non è un disco per le masse e i brani non sono da ascoltare singolarmente a ripetizione; al contrario, anzi, questo è un ascolto che per essere apprezzato a pieno dev’essere vissuto nella sua interezza come ogni lavoro del collettivo belga. Siamo davanti ad un universo incalcolabile, imprevedibile ma altamente logico che è semplicemente capace di sopraffare. Perlomeno quello preso in esame oggi è un disco più accessibile del già citato Eons in quanto le strutture e le composizioni risultano leggermente più semplici e la durata è praticamente dimezzata. Il mio consiglio è di essere preparati a dovere se si vuole ascoltare Finis Gloriae Mundi, ma la soddisfazione derivante dall’affrontare un microcosmo così deviato e strano sarà incredibile.
Per concludere devo quindi tessere le lodi dell’etichetta I, Voidhanger Records per la diffusione continua di questi capolavori poco accessibili, ma soprattutto bisogna concedere uno scrosciante applauso al gruppo che è riuscito per l’ennesima volta a confezionare un’opera capace di turbare l’animo nel profondo con della musica che ad oggi rappresenta un intricatissimo unicum.
(I, Voidhanger Record, 2022)
1. Sustain
2. ZÂR – Empowering The Phurba – Éon Phanérozoïque
3. VAJRABHAIRAVA – The Summoning (Nasatanada Zazas!)
4. VAJRABHAIRAVA – The Rising
5. VAJRABHAIRAVA – The Great Wars of Quaternary Era Against Ego
6. Ol SONUF VAORESAJI! La Sixième Extinction de Masse – Le Génocide Anthropocène
7. Neptune’s Rising
8. The Conference Of The Stars (Part One: Cleopatra That Goddess)
9. The Conference Of The Stars (Part Two: The Ascension)
10. Neptunian’s Raga Marwa