La furia di una bestia che ha infuriato per tutta la notte. Ha ringhiato, ucciso, eviscerato e divorato. Ha portato caos, delirio e panico per una notte di follia e sangue e furia cieca. Tutto però si arrestò in un turbinare di violenza e irrazionalità. Se fosse un film vedremmo la polvere diradarsi con le prime luci del mattino, le macerie schizzate di sangue, pezzi d’intestino strappati in malo modo che penzolano dai balconi delle case ancora in piedi nelle cui stanze sono avvenuti abominevoli carneficine. Questo era, e così terminava Symbology Of Shelter e se volessimo vedere l’insieme dell’opera dei Noise Trail Immersion, Curia, questo nuovo gioiello di follia violenta di cui ci hanno fatto dono, non potrebbe essere altro che un continuo di quel massacro.
Curia ha una intro intitolata “Riesistere I”, un lungo brano di chitarra acustica, carico di drasticità e drammaticità e, come dicevo poco fa, potrebbe quasi rappresentare un ponte tra i due dischi, richiamando una sorta di crepuscolo in cui l’unica cosa che si aspetta è la nuova venuta delle tenebre ad accompagnare la bestia impazzita assetata di carne e sangue. Le tenebre non si fanno aspettare, perché dal secondo brano intitolato “Demiurgo del non ritorno” il delirio è lasciato libero di serpeggiare in queste vie notturne e umide. Notturno, ecco il giusto termine per definire questo Curia, un disco notturno che evoca immagini misteriose e atroci, di una ipotetica città ancora lontana dalle prime luci dell’alba, una città in cui se ti aggiri in silenzio puoi udire i latrati demoniaci del carnefice e se sei abbastanza curioso puoi scorgere sui sampietrini gli schizzi di sangue ancora caldo e i resti brutalmente divelti di una vittima casuale di una furia cieca e distruttrice, fatta di melodie malsane generate da una chitarra malinconica, di dissonanze che sono chiodi per l’organo cerebrale di chi ascolta, di ritmiche instabili, che corrono, saltano, si fermano e poi ricominciano a correre sulle strade e sui tetti perché chi governa quelle ritmiche non può fare a meno di agitarsi nervosamente come una psiche squilibrata animata solo dal delirio e dalla follia. Non ci sono momenti di pausa in questa storia dell’orrore se non in una “Riesistere II” in cui torna il fiato, ma bisogna subito ricominciare a correre con “Curia”, fino al capolinea, fino a “Riesistere III” dove il tutto termina in una calma disarmante e inumana. Cosa rimane di noi a questo punto?
So di essere stato un po’ romanzesco, ma come altro si può descrivere un lavoro poeticamente devastante e orrorifico come Curia? Non si può, del resto è sempre dei bravissimi Noise Trail Immersion che si parla. E con loro non ci si può aspettare qualcosa che non sia almeno in minima parte disturbante. Vi pare? Curia è un disco meravigliosamente atroce, un disco in cui i Deathspell Omega incontrano i Rotting Christ, entrambi completamente fuori di controllo, e quello che ne è risultato è un lavorone pazzesco, da ascoltare e riascoltare in loop, fino a diventarne ossessionati.
(I, Voidhanger Records, 2021)
1. Riesistere – I
2. Demiurgo del Non Ritorno
3. Dimorare Nella Carne
4. Vanente
5. Riesistere – II
6. Eclissi Unanime
7. Curia
8. Coercizione
9. Il Grande Confine
10. Riesistere – III