ISKRA è l’album di debutto della polistrumentista polacca Olga Anna Markowska, pubblicato dalla Miasmah Recordings ad inizio anno, e che riusciamo a fare nostro solo oggi. Per chiarire immediatamente quello che è il mood del disco, sottolineiamo come ci si debba approcciare dimenticando completamente quelli che sono i nostri punti fermi quando parliamo di musica. ISKRA è infatti quanto di più distante dal concetto che solitamente facciamo coincidere con la musicalità. L’opera riesce ad essere anche aliena a qualsivoglia similitudine e coincidenza con quell’idea di intrattenimento che taluni credono di individuare nel momento in cui fruiscono di un album. Idea che continuiamo a ritenere ributtante e in totale contrapposizione con la nostra visione concettuale.
Il disco, diviso in dieci episodi tra loro legati da una desolante malinconia, rappresenta il tempo che trascorre tra l’alba, “Dawn”, (il primo brano del lotto) e il tramonto, “Dusk” (il pezzo di chiusura). In mezzo c’è tutto il mondo di Olga Anna Markowska. Un mondo in cui tutto assume una prospettiva distorta agli occhi di chi lo guarda. Un viaggio interiore in cui cercare la miglior collocazione possibile per i ricordi del passato, in un approccio che al tempo stesso prova a guardare al futuro, alle aspettative in arrivo, in una dicotomia che contrappone l’uomo alla natura anziché unificarlo. Quasi interamente strumentale (tranne alcuni rari momenti in cui la voce fa capolino, ma in maniera eterea, senza un canto vero e proprio) ISKRA è costruito con strumenti classici, quali cetra e violoncello, adagiati su tappeti sonori di elettronica e drone ambient, in un loop di sensazioni stranianti e ipnotiche.
Un album meditativo, caldissimo e profondo, la cui registrazione è stata una lunghissima gestazione di quasi cinque anni, che ora ci spinge a ricercare la bellezza della malinconia, attraverso un dipanarsi di sensazioni toccanti e profonde, in un mix cupo ma romantico, tra ambient ed elementi (neo)classici dai confini labili e sfuocati. Come ricordi di un tempo andato che rendono indecifrabile il nostro percorso.
(Miasmah Recordings, 2025)
1. Dawn
2. Blue spring
3. Train ride home
4. Borderland
5. Unfolding
6. Fever dream
7. A heart is an eye
8. Helix
9. Mizpah
10. Dusk