Tredici minuti scarsi di musica per questo piacevolissimo EP dei danesi (e ridai…) Omsorg, al debutto nel 2023 con il full-length Moments, Movements dopo aver lanciato un paio di singoli due anni prima. Il trio di musicisti ci propone un frizzante hardcore moderno, evoluto e movimentato (che, come vedremo, risulta comunque essere una definizione di genere un po’ troppo stretta per loro) in cui riescono agevolmente a coniugare variegate influenze, a partire dal punk, passando dal crust per arrivare a sensazioni non troppo distanti dal post-metal. E, tutto questo, dimostrando che non è necessario premere sull’acceleratore per proporre qualcosa di diretto e ignorante.
La partenza è al fulmicotone con le prime note di “Resurgence” che ci porta in lidi vicini al crust più movimentato di area Memphis (His Hero is Gone e Tragedy, what else). Bene la produzione con ogni strumento che è possibile ascoltare distintamente e le voci battagliere di Jan Fenger Christensen e Trong Minh Le (rispettivamente anche a chitarra e basso mentre la batteria è a carico di Mads Skannerup Hansen) a guidare quello è che, a tutti gli effetti, un assalto all’arma bianca. Velocità e aggressività caratterizzano l’inizio della title-track che, però, si porta pochissimo dopo su un mid-tempo cadenzato che sembra strizzare l’occhio a sludge e post-metal (forse anche senza volerlo, visto che ne è più simile l’atmosfera che l’ispirazione diretta al genere), con una buona cura per la parte più melodica della composizione. Il terzo pezzo è “Modern Misery” e stavolta i nostri optano per una partenza più lenta con la chitarra e voce clean e andamento non lontano da un’atmosfera che sembra richiamarsi al grunge ma, attenzione, anche qua più che influenza si potrebbe parlare di un comune sentire. “Every Day Is A Different Dose” chiude l’EP aumentando (non troppo) la velocità e mostrando gli Omsorg a proprio agio anche quando si tratta di lanciarsi in una jam con meno struttura fissa.
Echoes è una brevissima raccolta di quello che sono capaci gli Omsorg, gruppo che dimostra di non aver affatto paura di arricchire il proprio sound deviando da solide basi e che, soprattutto, fa registrare un grosso miglioramento e buona maturità rispetto all’esordio discografico. I Nostri, il cui moniker significa “cura, attenzione”, colgono anche l’occasione per una bella dose di introspezione nei propri testi, urlando il bisogno di sostegno reciproco come reazione all’autodistruzione e a tutta la pressione che viene da fuori. Tredici minuti di musica non ci permettono di dare un voto altissimo ma riserviamo grande fiducia nel trio danese e in tutto ciò che di buono, magari ottimo, potrà regalarci in futuro.
(Puffin Artlab, 2024)
1. Resurgence
2. Echoes
3. Modern Misery
4. Every Day Is A Different Dose