L’Helvetic Underground Committee (HUC) è una realtà che si sta affermando sempre più negli ultimi anni, una sorta di grande famiglia che raccoglie alcune band “estreme” svizzere con tratti in comune. Esoterismo, un piglio avanguardistico, un fare austero e pagano con un occhio di riguardo nei confronti della Natura e dell’innaturale: da un punto di vista tematico sono questi i principali tratti distintivi di molte delle band che afferiscono a questa cerchia… E gli Ophanim non fanno eccezione. Fautori di un black metal sontuoso e drammatico, i Nostri con questo Tämpelskläng flirtano da un lato con un certo black metal sinfonico caro ai Dimmu Borgir, da un altro con gli aspetti più ferocemente pagani del pagan black metal (appunto), con, a fare da collante, delle strutture ripetitive, quasi “cascadiane” ci verrebbe da dire nel loro cercare di far cadere l’ascoltatore in uno stato di trance catatonica. Le basi sarebbero dunque buone, se non fosse che gli Ophanim, nonostante ci provino in tutti i modi, risultano alla fine un po’ noiosi e manieristici.
Il duo (perché di questo si tratta) padroneggia la materia, è indubbio, e conscio del fatto che quattro pezzi da almeno dieci minuti l’uno possono essere un bel mattone da mandare giù, tentano di ravvivare la ricetta con inserti tastieristici, cori e qualche variazione di atmosfera. Ma non abbiamo tra le mani un Two Hunters dei Wolves in the Throne Room, dove a parità di pezzi i fratelli Weaver (quando ancora erano in stato di grazia) riuscivano davvero a stordire in senso buono l’ascoltatore e a trasportarlo in un altro mondo. Qui, al netto di un genere diverso (ma che ci è servito per fare un paragone) i Nostri riescono ad emozionare solo per brevi tratti, ma presto la proposta inizia a sapere di già sentito, la struttura inizia a crettarsi e l’attenzione cala.
Si ha talvolta la sensazione che alcuni gruppi cerchino di essere forzatamente avanguardistici nel loro voler per forza apparire misteriosi, settari ed esoterici. E quando questo si traduce in musica spesso i risultati sono altalenanti come nel caso di Tämpelskläng. Gli Ophanim sono una buonissima band ma mancano ancora un po’ di personalità ed inventiva, o forse ce l’hanno ma non riescono a convogliarla con il giusto focus. Abbiamo un buon prodotto di black metal sinfonico e vagamente sciamanico, ma temiamo che non sarà ricordato da molti alla fine di questo 2023.
(Eisenwald Tonschmiede, 2023)
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