Gli OvO festeggiano la nascita del decimo figlio, un disco composto da due lunghe suite dalle atmosfere dilatate che hanno il sapore di un viaggio di sola andata per l’inferno, tra un visioni distopiche e voglia di nuove rinascite. In questo ultimo lavoro il duo palesa tutta la maturità acquisita in anni e anni di esibizioni e registrazioni, il sound è preciso, cattivo, avvolgente e risulta di facile fruibilità nonostante le pesanti sperimentazioni a cui gli OvO ci hanno abituato.
Da un disco nato dopo due anni di quarantena ci si aspetta infatti estrema sincerità, all’interno di Ignoto c’è tutta la voglia di ricominciare a masticare canzoni, una realtà di scrittura che solo all’interno del sacro luogo della una sala prove è possibile trovare. L’anima del disco trasuda di elementi di derivazione sludge, con le pelli di Bruno Dorella che – grazie anche a un’ottima produzione – fanno letteralmente respirare ogni “movimento” delle due composizioni. Le ritmiche sono ammantate di uno spirito animalesco e tribale, quasi antico. In questo la “primordialità” tipica delle atmosfere della band resta un elemento sempre presente. È su questa solida base che la componente più elettrica trova il suo posto, con un continuo mutarsi di soundcape che agitano l’aria e la modellano con numerosi layer sonori tra chitarre e elementi elettronici che si fondono come un’orchestra distorta e rumorosamente folle. Proprio su questo punto lo spirito più sperimentale degli OvO non ha mai smesso di lavorare, guadagnandosi a mio parere una posizione di rilievo all’interno del panorama estremo nazionale e internazionale. A coronare perfettamente gli arrangiamenti spiccano le meravigliose performance della sacerdotessa per eccellenza della musica estrema italica Stefania Pedretti. A questo giro le sue corde vocali non creano soltanto sensazioni uditive a supporto del paesaggio sonoro (come in gran parte dei dischi precedenti e nelle sue opere solistiche), ma assume anzi una connotazione più terrena, con l’uso di testi che pescano a piene mani dai classici della fantascienza recitati in lingua italiana. Il risultato è un rituale sonoro che è pregno di vitalità, una scarica elettrica senza sosta che colpisce l’ascoltatore dall’inizio alla fine.
Dopo più di mille concerti e ben dieci dischi per una band non sempre è facile riuscire a mantenere alta la qualità produttiva, ma gli Ovo sono riusciti a migliorare di release in release senza mai annoiare e senza mai scendere a compromessi. Ogni loro disco racconta qualcosa di diverso con una lucidità violenta, segno di una voglia di raccontare a viva voce che speriamo possa protrarsi ancora per molti molti anni.
(Artoffact Records, 2022)
1. La Morte Muore, Pt.1
2. La Morte Muore, Pt.2
3. La Morte Muore, Pt.3
4. La Morte Muore, Pt.4
5. Distillati Di Tenebre, Pt.1
6. Distillati Di Tenebre, Pt.2
7. Distillati Di Tenebre, Pt.3
8. Distillati Di Tenebre, Pt.4