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Rispetto ai precedenti lavori gli svedesi hanno completamente omesso l’utilizzo delle vocals, che peraltro comparivano sporadicamente. L’entrata in pianta stabile nel combo di Kristian Karlsson (tastierista live dei Cult of Luna e già membro del progetto Khoma) alle tastiere ha cambiato il suono del gruppo, rendendolo più personale. I brani hanno sempre un’anima volta all’epicità, ma gli arrangiamenti sono meno prevedibili e con sprazzi di potenza inedita, come accade nella titletrack. L’iniziale “Ikaros” è una vera dichiarazione di intenti: chitarre e sintetizzatori si intrecciano in melodie colme di dinamica che sanno quando picchiare. Gli arpeggi si susseguono a “esplosioni nel cielo”, nelle quali il basso, distorto e ben presente (devastante il riff in “Off The Beaten Path”), tiene il passo con le ritmiche fantasiose della batteria. I momenti più cupi e struggenti si ritrovano negli ultimi brani, che sono anche quelli che colpiscono di più l’ascoltatore. In particolare nell’ottima “Along The Edges” i Pg. Lost creano una miscela perfetta tra progressioni e crescendo memorabili.
Versus è senza dubbio il disco della maturità per i Pg. Lost, che qui riescono a valorizzare gli arrangiamenti introducendo anche una vena elettronica, capace di aprirgli nuove possibilità. Un plauso dunque alla Pelagic Records per aver rilasciato nel corso dell’anno vere e proprie gemme dell’ambito post rock e zone limitrofe. Continuate così!
(Pelagic Records, 2016)
01. Ikaros
02. Off The Beaten Path
03. Monolith
04. Versus
05. Deserter
06. Along The Edges
07. A Final Vision