I Preamp Disaster vengono da Lucerna, Svizzera, e nonostante possano suonare un nome nuovo alle orecchie di qualcuno hanno già quindici anni di gavetta e quattro album in studio alle spalle: un’esperienza di tutto rispetto dunque che li porta in questo 2022 a pubblicare il loro nuovo disco, By The Edges.
Nonostante le descrizioni fornite dal presskit lambiscano i generi più disparati e si dilunghino in descrizioni magniloquenti i Nostri suonano “semplicemente” post-metal: virgolette d’obbligo perché non è mai facile cimentarsi in questo genere senza risultare in qualche modo derivativi. Un primo ascolto ai trenta minuti scarsi del nuovo parto dei Preamp Disaster può già essere esplicativo di quali siano i gruppi ai quali gli svizzeri possono essere ricollegati: Cult Of Luna nel growling potente e rabbioso, Isis nelle divagazioni liquide, Rosetta nelle progressioni atmosferiche e spaziali. La band ama i crescendo lenti e i climax che crescono con calma, che accumulano tensione che poi viene rilasciata attraverso epici muri di suono: hanno insomma studiato bene il manuale del post-metal, conoscono bene la materia e By The Edges suona strutturato e composto in maniera perfetta per i canoni del genere, forse anche troppo, al punto da risultare un po’ freddino.
Non siamo fan delle recensioni track-by-track ma vista la durata complessiva del disco e il numero dei brani inseriti (quattro) possiamo fare un’eccezione stavolta, in maniera tale da poter fornire un quadro un po’ più strutturato del disco in questione. “Above the Bloodline” è quasi più un’introduzione, sembra non riuscire a portare a compimento il suo naturale sviluppo venendo troncata un po’ troppo prematuramente; “Dark Brilliance” lavora su crescendo fatti di ansia e sospensione, costruendo un bel contrasto tra melodie gelide e spaziali e un cantato sanguigno e rabbioso, risultando in fin dei conti un buon pezzo; “Holdun” introduce strutture labirintiche “à-la Tool” (giustamente segnalati nel promo sheet alla voce “for fans of..”) ma pecca per un’eccessiva ripetitività di fondo, al punto che dopo la prima metà vengono ripetute le stesse identiche soluzioni,e sembra che il brano sia reiniziato da capo. Chiude il tutto “Entering One Last Epoch”, la canzone più lunga del lotto e probabilmente la migliore. Nonostante anche in questo caso permanga un po’ la sensazione di “già sentito” che colpisce il brano passata la metà, ci sono comunque sufficienti variazioni tematiche e melodiche da renderlo godibile e, finalmente, coinvolgente, come un brano post-metal deve essere.
I Preamp Disaster non sono degli sprovveduti, questo deve essere chiaro: conoscono bene la materia e sanno come suonarla, ma non mostrano, almeno con questo By The Edges, quella scintilla in grado di innescare il fuoco del coinvolgimento emotivo, risultando bravi ma un po’ troppo freddi, manieristici. Il presente album (quasi un EP se vogliamo essere sinceri vista la sua durata) potrà risultare un gradito ascolto ai golosi del post-metal, ma alla fine li lascerà ancora con un po’ di fame, non riuscendo a spiccare particolarmente sulla massa di album usciti con caratteristiche simili. Una buona prova dunque, superiore alla sufficienza, ma se i Nostri vogliono emergere dal mare magnum del post-metal sarà necessario compiere uno sforzo in più.
(Czar Of Crickets Productions, 2022)
1. Above The Bloodine
2. Dark Brilliance
3. Holdun
4. Entering One Last Epoch