I Pryor sono una band, o meglio una sorta di comunità di musicisti, nata nel 2008 a Berlino e dedita alle jam session. Il trio tedesco, dopo tre dischi in cui esploravano differenti generi, arriva al quarto album chiamato Fusion che (titolo premonitore) ovviamente fonde ciò che è stato fatto in passato per creare qualcosa di nuovo, almeno nelle intenzioni. La direzione sonora si rifà a generi come lo stoner psichedelico con qualche piccola variazione qua e là ma cercando comunque di mantenere alta l’attenzione e la qualità nei dettagli.
Il disco è composto in maniera abbastanza bizzarra, con delle scelte alquanto discutibili come l’uso di ben tre tracce che paiono più intermezzi dall’anima folkeggiante messi lì come riempitivi più che per un uso significativo (l’intro “Guanineÿ” più le strane “Adenine” e “Thymidine”). Tolto questo il disco si dipana su strade abbastanza battute come lo stoner più quadrato e potente presente nelle botte sonore di “Splicer” o mischiate all’heavy rock di “X” con il suo basso poderoso stile pugno in faccia. La via tracciata prosegue decisa anche in “Fusionÿ” con basso e chitarra impegnati in un assalto massiccio inserendoci però degli inserti psichedelici e funky che rendono il mood più dinamico lasciando la distorsione al finale. L’inspida “Norfairÿ” fa calare il pathos presentandosi piatta ma fortunatamente la band riesce a risollevarsi con episodi più sperimentali (seppure già usati da molti colleghi). Un esempio interessante è l’opener “Hellevator” con il suo mix di percussioni, inserti elettronici ed una chitarra che oscilla tra lo space rock lisergico e lo stoner (non disdegnando dei giri melodici e rock’n’roll) accompagnata da un basso poderoso e concedendosi anche degli assol blues tanto per dare quel tocco in più di classe. L’altra traccia un po’ più fuori dagli schemi è “Cytosine” una sorta di strano ibrido tra post rock, musica classica e psichedelia che però non riesce a mantenere le aspettative spegnendosi nel giro di poco tempo lasciando davvero l’amaro in bocca all’ascoltatore più esigente. Il disco è sicuramente curato sia nell’aspetto tecnico che nella composizione ma manca una scintilla costante dato che l’ascolto non è sempre fluido.
Un album comunque interessante e che valorizza al meglio dei generi che stanno perdendo sempre più colpi. Consigliato a tutti gli amanti della buona musica!
(Tonzonen / Setalight Records / Fuzzmatazz Records 2020)
1. Guanineÿ
2. Hellevator
3. Adenine
4. Splicer
5. X
6. Thymidine
7. Norfairÿ
8. Fusionÿ
9. Cytosine7.0