Pure Wrath è un progetto partorito dalla fulgida mente di Januaryo Hardy, polistrumentista indonesiano dotato di un discreto talento e di una creatività decisamente frizzante. Dopo il passaggio alla Debemur Morti Productions e l’uscita nel 2020 dell’EP The Forlorn Soldier, il progetto Pure Wrath si era un po’ assentato dalle scene, tornando dopo un paio d’anni con questo Hymn To The Woeful Hearts, che vede un ospite d’eccezione dietro le pelli, ovvero l’ex batterista dei fantastici White Ward, Yurii Kononov. Ancorata con forza alle sue origini indonesiane, la one-man band ha sempre cercato un connubio efficace tra black metal, il dramma di un popolo intero e un dramma un po’ più “collettivo” di stampo esistenziale: in particolare il disco di cui stiamo parlando è sostanzialmente una dedica ai martiri e alle famiglie del massacro indonesiano del 1965, in cui centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini e anziani vennero brutalmente uccisi.
Hymn To The Woeful Hearts prosegue sul percorso segnato dalle precedenti pubblicazioni, mostrandoci il black metal melodico a cui Pure Wrath ci ha abituati: possente, epico e ricco di elementi strategici come pianoforte, tastiere e spoken word. L’intento è palesemente quello di rendere il tutto molto cinematografico e drammatico, con la volontà di trascinare l’ascoltatore nel mondo indonesiano devastato dalla tragedia. Oltre all’opener “The Cloak Of Disquiet”, che parte subito fortissimo e rende molto bene questo concetto, tutto il disco è costellato di buone costruzioni e soprattutto di riff molto taglienti ed efficaci (vedi la seguente “Years Of Silence”). Il risultato complessivo è quindi molto ben amalgamato, e questo ci dovrebbe confermare le ottime capacità compositive di Januaryo, abilissimo nell’incastrare le sue chitarre e voce con la batteria e gli elementi orchestrali. Canzoni come “Presages From A Restless Soul” o la più lunga “Footprints Of The Lost Child” sono intrise proprio di quel sentimento nostalgico che Pure Wrath vuole condensare, in quest’ultimo pezzo amplificate da un bel passaggio acustico. Lodevole anche il capitolo conclusivo, dedicato alla rarefatta title-track, a cui viene dato il compito di riportarci al dolore e alla follia dei massacri avvenuti.
Riassumendo, Hymn To The Woeful Hearts non delude le attese e conferma le potenzialità di Pure Wrath. Buone atmosfere, ottima costruzione dei pezzi e palese passione sono sicuramente i pregi di questo disco, che pecca però forse di non troppa originalità. A questo proposito è bene essere chiari: tolto il concept decisamente interessante e la dedizione trasudata, non aspettatevi qualcosa di sconvolgentemente innovativo. Ma è buon black metal ed è tra l’altro un disco che cresce negli ascolti.
(Debemur Morti Productions, 2022)
1. The Cloak Of Disquiet
2. Years Of Silence
3. Presages From A Restless Soul
4. Footprints Of The Lost Child
5. Those Who Stand Still
6. Hymn To The Woeful Hearts