Secondo album e secondo centro per i Qlowski. A distanza di tre anni dal fortunatissimo debutto Quale Futuro? il duo italo-britannico prosegue nel suo matrimonio artistico con la Maple Death Records, iniziato con la realizzazione di un paio di EP in 7″ negli anni a cavallo tra il 2018 e il 2020. Nel momento in cui ne scriviamo, a cavallo tra l’anno che si è appena concluso, e quello che sta iniziando a mostrare il suo carattere, i Nostri ci fanno sapere che oltre alla coppia composta da Mickey Tellarini e Cecilia Corapi sono a bordo – con tutta la freschezza derivante dai nuovi arrivi – anche Christian Billard, Lucy Ludlow e James Luxton, per una nuova fase del percorso di crescita che si è appena avviata, e che, crediamo, mostrerà i suoi frutti migliori negli anni a venire, quando le varie anime del progetto avranno capito come trarre il meglio da ognuna di loro.
In The Wound non c’è più solo il post-punk degli esordi, che ci aveva immediatamente sedotto, con il suo carico adrenalinico di energia e irriverenza. C’è un discorso più ampio, che si rivolge ad una platea più “educata”, ma che si sostanzia in modo quasi fastidioso, per quando si mostra diretto, sfrontato e sfacciato. Cosparso da una spessa patina di malcelata malinconia, The Wound è quindi da considerarsi un notevole passo avanti sotto tutti i punti di vista, che non fatichiamo ad inquadrare come un qualcosa di necessario per tutti quelli che faticano a vivere in un contesto come quello che ci circonda. Un contesto che tra apatia e indifferenza si dimentica degli ultimi, e si specchia nell’inutilità di contenuti privi di sostanza. Non a caso, concettualmente parlando, l’album sublima la necessità di reagire a tutto questo, andando a colpire – duro – laddove le difficoltà hanno assunto proporzioni alienanti, dove la degenerazione sociale è il pane quotidiano.
Se, quindi, The Wound un disco che sonorizza la rabbia di chi ha toccato da vicino la povertà e la miseria, il suo non può che essere un suono conseguentemente dirompente, pervaso da una follia che non può lasciare indifferenti. Una band straniante, trascinante, sporca, e irriverente può realizzare soltanto lavori come questo, che trasudano rabbia, e che finisce per lasciarci addosso cicatrici indelebili. Un album che dilania con il suo furore, ma che – a suo modo – riesce a risultare anche delicato e gradevole in alcuni momenti. Un autentico caleidoscopio sonoro – e concettuale – che ci insegna a portare con orgoglio le cicatrici, senza alcuna paura nel momento in cui le esibiamo in pubblico. i Qlowski non vogliono essere diversi, lo sono davvero. C’è da vedere se noi siamo abbastanza maturi mentalmente per capirli e seguirli.
(Maple Death Records, 2024)
1. Thirteen
2. The Wound
3. Desire
4. Stronger Than
5. Surrender
6. Mastering the Motions
7. It May Change
8. A Vision
9. Praxis
10. In Cold Blood
11. Can You Tell (Love Song for N.K.)
12. Off the Grass