Emily Dickinson scriveva che non c’è niente di più solitario di un’anima messa al cospetto di se stessa. Eppure il suond di A Lustrum Before Revelations delinea una solitudine che quasi ci si avvicina. Il lavoro del duo composto da Tommaso Busatto e Carlo Mantione, rispettivamente ai synth e alla chitarra, vede la luce a distanza di sei anni dalla sua produzione e a due anni dall’ottimo split con KAOSMOS, Sins and Destiny Revelations Under a Buried Sun (2019, Casetta, Solium Records, Avosync, E’ Un Brutto Posto Dove Vivere, Contemplatio). L’impianto minimalista, vero marchio di fabbrica dei qqqøqqq, conferma l’ottima sinergia che corre tra i due membri che in questo lavoro vengono affiancati da La Piuma alla voce e Volpe Mirko dei Murmur Mori ai synth e alle percussioni.
I tre brani che compongono questo disco sono così perfettamente bilanciati tra di loro da poter essere percepiti come un’unica, lunga sonorizzazione delle emozioni umane. “R.I.H.T.M.A.” apre il sipario, le linee vocali nuotano perfettamente tra le onde sonore generate dal tappeto di synth e dall’arpeggio di chitarra, che a poco a poco vengono rinforzate dall’entrata della drum machine e dal timbro sciamanico delle percussioni. La profondità dello spazio ambientale è affidato al gioco dei riverberi che creano lunghe code al cui interno le note suonate e quelle cantate si amalgamano ai droni in sottofondo, dando vita a un flusso continuo che incanala l’attenzione dell’ascoltatore ora verso il brano, ora verso le emozioni che lo stesso suscita e che si diradano lentamente man mano che la composizione giunge al termine. Segue “A Lustrum Before Revelations”, che è forse il pezzo che mi ha convinto di più. La struttura principale, che occupa i primi dodici minuti dei quasi venti totali, si basa su un giro di basso sintetizzato che con il suo flusso ripetitivo e il suo sapore mantrico tiene a bada l’ascoltatore mentre le corde distortissime di Carlo gli si scagliano contro freddissime e taglienti. La rincorsa finale fa esplodere il ritmo incalzante della drum machine in un orgasmo chitarristico dalla splendida atmosfera noise. Alla fine tutto precipita nuovamente nelle mani di un basso profondissimo, che succhia via dal petto gli ultimi rimasugli di ossigeno scampati alla guerra dei minuti precedenti. La tappa finale del viaggio si chiama “Hypothesis” e si sviluppa a partire da un drone che strizza l’occhio nuovamente a un sound sciamanico, riconfermato nei primi minuti sia dal pad di voci che dalla melodia quasi orientale. Il flusso del brano scorre al di sotto di un parlato monodico dai tratti robotici accompagnato e intervallato dal suono dolce della voce femminile. Il sound che si viene a creare è sicuramente quello dalle atmosfere più oniriche, tutto ha il sapore di un sogno lucido al cui interno ci sembra di camminare, ma che in realtà ci fa muovere su un percorso già tracciato dal duo veneziano. Ed è alla fine di questo percorso, che culmina in un finale pianistico di poche note cullate da un delay lunghissimo, che veniamo catapultati di nuovo nel silenzio e nella malinconia, questa volta senza nemmeno avere la compagnia della musica.
Credo fermamente che un buon disco sia come un buon libro: esso funziona solo se alla fine dello stesso ci si sente arricchiti. Questo proposto dai qqqøqqq è senza ombra di dubbio un ottimo disco. Nell’ambito della musica ambient e drone (o della musica sperimentale, in senso più ampio) credo che l’ostacolo più arduo sia riuscire a mantenere l’attenzione dell’ascoltatore a un livello sempre alto e questo, date le caratteristiche del genere, non sempre risulta facile. Ma nonostante la lunga durata di ogni composizione i Nostri ci raccontano una storia che non stanca, ma che anzi proprio nella riflessione trova la sua ragione d’essere. A questo punto l’unico difetto del disco che riesco a trovare è il non essere uscito già sei anni fa.
(Casetta, Toten Schwan Records, E’ Un Brutto Posto Dove Vivere, Contemplatio, 2021)
1. R.I.H.T.M.A.
2. A Lustrum Before Revelations
3. Hypothesis