È arrivato il momento di recensire il primo full length dei lombardi Radura, intitolato Effetto Della Veduta D’Insieme. Con immenso ritardo mi accingo a parlarne, ma c’è un motivo per questo: la prima volta che ascoltai l’album, appena uscito, non lo compresi immediatamente, non era il momento giusto per incontrarci e sentivo che c’era molto più di quanto riuscissi a cogliere in quei trentasei minuti che ne compongono la trama sonora e lirica. Successivamente me ne scordai, ma poi è successo qualcosa di magico. La settimana scorsa sono incappata in una installazione di Luke Jerram al BASE di Milano, dal titolo “Gaia”: si tratta della riproduzione in scala della superficie terrestre vista dallo spazio sulla base di immagini NASA dettagliate a 120pi. Osservando l’opera d’arte ho compreso il significato del titolo dei Radura. Per chi non lo sapesse, infatti, “effetto della veduta d’insieme”, o Overview Effect, è quel cambiamento cognitivo nella consapevolezza degli astronauti derivato dall’esperienza di vedere in prima persona la realtà della Terra nello spazio, percepita come una piccola sfera sospesa nel vuoto.
Cosa c’entra tutto questo con i Radura? L’ascolto del loro album, in qualche maniera estremamente soggettiva e inenarrabile, produce questo cambiamento di paradigma nella percezione della propria vita. Per i più sensibili, succede dunque che Effetto della Veduta d’Insieme smuova le viscere e accenda la mente, con la stessa forza esercitata dalla meditazione. La trama lirica di questo album, dunque, scandaglia le interiora mettendole a soqquadro per poi ripristinarle con un nuovo ordine, da osservare e comprendere da capo. In questo ho trovato un richiamo ai Raein, a mio avviso la band con più forza espressiva del post-hardcore italiano.
Per quanto riguarda la trama sonora, invece, ritroviamo i Radura dei primi due EP (Radura e La Fine degli Uomini Faro) qui più maturi e coraggiosi. Se è vero che il loro stile musicale si caratterizza per un connubio tra post-hardcore e screamo, non è vero però che questo sia sufficiente a definirli. Infatti, la band amalgama spoken words, passaggi acustici, post-rock e altri elementi sonori che, insieme, superano i confini sia dello screamo sia del post-hardcore, rendendo questo album unico nel suo genere. Inoltre, non è difficile individuare anche un certo grado di sperimentazione musicale; per capire che cosa intendo vi consiglio di ascoltare “Riflessi” (a mio avviso uno dei brani meglio riusciti del gruppo) e “Tutto Il Tempo Che Ho Passato A Non Vedere” (realizzata con Gianluca Nicastro, il frontman degli Øjne, e Giuseppe Del Re dei chivàla). Le linee di chitarra e la batteria, in particolar modo, acquisiscono una nuova forma che ricordano la musica etnica.
Si potrebbe dire che Effetto Della Veduta D’Insieme costituisca il manifesto dei Radura, una dichiarazione d’intenti sia da un punto di vista lirico che sonoro. Non dubito che questo album verrà inserito in molte delle classifiche che verranno stilate a fine anno, come da consueto. E se lo merita, perché i Radura hanno davvero superato se stessi e hanno portato una visione dello screamo e del post-hardcore differente rispetto alla restante massa di gruppi italiani che suonano questi due generi senza un pizzico di personalità. I Radura, invece, di personalità ne hanno mostrata tanta. Registrato presso Scatola Nera Studio da Mario Rizzotto (anche bassista del gruppo) e distribuito da una cordata di label, tra cui le italiane Dischi Decenti, Non ti seguo Records e General Soreness, Effetto Della Veduta D’Insieme è certamente uno dei dischi migliori di quest’anno e, dunque, vi esorto ad ascoltarlo con il cuore e con le orecchie!
(Dischi Decenti, Non ti seguo Records, General Soreness, Clever Eagle Records, Desperate Infant Records, Dingleberry Records, Pundonor Records, Sad React Records e Voice Of The Unheard Records, 2021)
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