Ormai mi sento quasi un privilegiato a scrivere di power metal e affini su questa webzine, motivo in più per cercare di fare bene il mio lavoro. Detto questo, a due anni di distanza da The Eighth Mountain, i nostrani Rhapsody Of Fire tornano con un disco alla loro maniera, cioè solido, funambolico ed estremamente tecnico. Glory For Salvation non è né più né meno un disco dei Rhapsody Of Fire, ma sarebbe un peccato non approfondire l’argomento. In ogni caso, se si parla di questa band bisogna fare una premessa molto grande, ossia: se non si è avvezzi per gusto a questo tipo di sonorità non è possibile trovare punti positivi in questo disco, esattamente come in un altro della band o di una qualsiasi altra band dedita a un symphonic power metal così pomposo. E detto questo…
Glory for Salvation è un disco come non se ne sentivano da un po’. Possiamo dire che nel tempo la band si era leggermente lasciata andare e sembrava puntare più a produrre che a creare. Anche l’uscita dello storico cantante Fabio Lione non aveva per esempio giovato nello scorso lavoro e non dimentichiamoci che anche la mancanza dello storico chitarrista Luca Turilli ha influenzato non poco la qualità degli ultimi lavori, ma debbo dire che in questo nuovo Glory For Salvation la band si è rifatta. Giacomo Voli e Roberto De Micheli sembrano finalmente a loro agio, ma soprattutto qualcosa è andato molto bene durante la lavorazione di questo disco. Una maggior cura delle composizioni e degli elementi orchestrali? Può darsi. In ogni caso ci sono brani che evocano moltissimo una perfetta atmosfera fantasy, tra questi senza dubbio “Son of Vengeance” e “Magic Sign” con azzeccatissimi incastri tra riff di chitarra e tastiera bombati di melodie epiche. La band ha anche deciso di inserire sonorità tipicamente folk metal, che sono realizzate assolutamente bene e ricordano moltissimo le campagne scozzesi, ed è un attimo a ritrovarsi con William Wallace una volta chiusi gli occhi ascoltando “Terial the Hawk”. Per tutto il disco si respirano arie eroiche, si sentono gare funamboliche tra doppia cassa e riff veloci, soli di chitarra fatti di tecnica sopraffina ma nulla di borioso, solo tanto tanto classicismo e amore per Paganini. Devo citare per giustizia “Abyss of Pain II” come miglior brano perché lo è, un pezzo gelido e avvolgente, che si evolve in continuazione, in cui le lyrics si intercambiano fra britannico ed italico idioma, atmosfere altissime e ritmo sostenuto, cori di spessore e un immenso, bellico, minaccioso incedere conferiscono al pezzo un carattere enorme. Il resto del disco è solo un grande viaggio fra guerrieri e armature. Magico.
Ho tessuto lodi per questo Glory for Salvation, ma badate, non è per tutti, anzi sono quasi sicuro che anche tra i miei colleghi di GOTR non c’è nessuno che sia minimamente d’accordo con me. Perché il power è così, è per pochi, è per appassionati e basta. È un disco splendido nel suo piccolo che dimostra quanto la band Friulana abbia ancora molto da dire e che forse ha ritrovato gli strumenti per farlo. Epico.
(AFM Records, 2021)
1. Son Of Vengeance
2. The Kingdom Of Ice
3. Glory For Salvation
4. Eternal Snow
5. Terial The Hawk
6. Maid Of The Secret Sand
7. Abyss Of Pain II
8. Infinitae Gloriae
9. Magic Signs
10. I’ll Be Your Hero
11. Chains Of Destiny
12. Un’Ode Per L’Eroe
13. La Esencia De Un Rey