Sono passati diversi anni da Heavy Gravity, primo lavoro completamente strumentale per i Rise Above Dead. Un cambio di line-up alle sei corde e il tempo trascorso hanno reso la band più consapevole della propria cifra stilistica.
Ulro è un luogo partorito dalla mente di William Blake che lo descrive come la terra dei morti viventi, degli spettri e delle delusioni. E proprio un senso di tetro inizia a insinuarsi fin dalle prime note di “A Vision of the Earth”: un incedere marziale che gioca tra passaggi fatti di arpeggi struggenti e muri di feedback. Il basso saturo introduce “At the Edge of Beulah” che ha dalla sua un riffing nervoso e un approccio post-core che giova alla dinamica del brano. Medesima intenzione nella successiva “The Divert of Perceptions”: una progressione carica di ansia e tensione sfocia in aperture massicce. Un cambio di umore si percepisce chiaramente in “Dreams of Leutha” e nella finale “The Endless Strife” che aprono a passaggi più cinematici e suggestivi.
Uno spiccato senso melodico è presente in tutte le sei tracce dell’album e il sound della band è compatto: la durata dei brani infatti supera raramente i cinque minuti conferendo all’ascolto una certa fluidità di base. A impreziosire il lavoro, l’artwork dal fortissimo impatto di Luca Solo Macello che dona un’aura arcana al disco. In uscita in formato vinilico in tiratura limitata per le fedeli label Moment of Collapse e Shove Records, Ulro è un passo importante per la band milanese. Buon ascolto.
(Moment of Collapse, Shove Records, 2020)
1. A vision of the Earth
2. Hardship of Joy
3. At the Edge of Beulah
4. The Divert of Perceptions
5. Dreams of Leutha
6. The Endless Strife