I Rivers Of Nihil sono un folle quintetto che arriva nel 2018 al terzo album, Where Owls Know My Name. La band americana, fautrice sin dagli esordi di un mostruoso death metal iper tecnico, prosegue il presunto concept iniziato con il primo disco ma anziché adagiarsi sul sentiero già tracciato decide di evolversi e mutare in parte la propria essenza. Il sound si fa più corposo e sfaccettato andando a sfiorare per certi versi il progressive metal ma con un’impronta decisamente personale.
L’intro quasi poetica e dal mood malinconico “Cancer / Moonspeak” lascia poco tempo per respirare perché la seguente “The Silent Life” arriva come un treno sparato a tutta velocità e questa traccia mette subito in chiaro la cura maniacale nella produzione e la pulizia nei suoni. Ogni elemento è ben evidenziato e pur con tre chitarre non si percepisce mai confusione o smarrimento eccessivo. Il death proposto non è certo del tutto canonico e presenta tantissime sfumature grazie anche all’uso di synth/tastiere che gonfiano bene la musica oltre che ad un insolito e sorprendente sax che tinteggia le varie tracce con una punta decisa di pazzia. C’è sempre un ottimo equilibrio tra violenza e break melodici (mai banali o zuccherosi) grazie anche ad un lavoro ritmico sempre in evoluzione (“A Home”) ed un approccio chitarristico sempre variegato e sfizioso (“Where Owls Know My Name”). Le vocals oltre al classico scream/growl si concedono anche qualche virata verso il pulito, ben supportato anche da intermezzi acustici (la maestosa “Subtle Change (Including the Forest of Transition and Dissatisfaction Dance)”) ma anche da spunti visionari che non necessitano voci come nella strumentale e prog-oriented “Terrestria III: Wither”. Non mancano ovviamente tracce più rinchiuse nei ranghi come la diretta “Old Nothing” o “Hollow” ma la linea generale dell’album va sempre in direzioni diverse senza avvisare e lasciando incredulo l’ascoltatore per la maestria con cui vengono concatenati tutti i piccoli tasselli del mosaico. Di carne al fuoco ce n’è tantissima ed è forse uno dei difetti dell’album, cioè il mettere troppo e risultare fin troppo perfetto al millimetro, e temiamo che dal vivo non riesca ad essere così convincente come sul disco.
Per concludere, la terza fatica della compagine della Pennsylvania avvicina una moltitudine di ascoltatori, sia quelli che apprezzano il metal estremo, sia i fanatici della tecnica come pure chi cerca una certa classe negli arrangiamenti. Consigliatissimi!
(Metal Blade Records, 2018)
1. Cancer / Moonspeak
2. The Silent Life
3. A Home
4. Old Nothing
5. Subtle Change (Including The Forest Of Transition And Dissatisfaction Dance)
6. Terrestria III: Wither
7. Hollow
8. Death Is Real
9. Where Owls Know My Name
10. Capricorn / Agoratopia