Il viaggio dei Rosetta non pare fermarsi: per il loro sesto album Utopioid, ancora in bilico tra bellezza e brutalità aumentano ulteriormente la posta in gioco proponendo un disco che fa delle armonizzazioni il proprio cavallo di battaglia.
Il suono della band sì è ulteriormente ammorbidito: chitarre liquide aprono con “Amnion” brano strumentale che introduce le atmosfere del disco. Una forte componente sognante che passa dallo shoegaze al post-rock si palesa durante l’ascolto di “Intrapartum “. Bisogna aspettare fino al terzo brano per avere il piacere di sentire il growl di Armine che oramai ha un ruolo di rottura nell’economia dei brani. Sarebbe un vero peccato se si andasse a perdere ulteriormente la visceralità del professore di Philadelphia nei prossimi dischi.
La sezione ritmica fa il suo lavoro senza però far gridare al miracolo: le vere protagoniste di Utopioid sono le chitarre che mai come ora splendono per arrangiamenti e creatività compositiva. “King Ivory Tower” e “Détente” riescono a portare picchi di epicità ed espressività inediti per la band. L’unica traccia che spinge più sulla potenza e dà la possibilità al buon Bruce McMurtrie Jr di mostrare le proprie capacità è “Qohelet” che pare estratta da un lavoro come A Determinism Of Morality e che potrebbe far rimpiangere ai fan della prima ora i Rosetta che oramai non esistono più.
Il disco è un gioiello a livello di produzione (ottimo il mastering fatto da Carl Staff). Consiglio di sentirlo per chi ha l’impianto adeguato a 24-bit/96kHz in formato Flac. Il tutto, come per le ultime uscite, è scaricabile con la formula pay what you want. Chi volesse la versione fisica non deve disperare: Pelagic Records ha provveduto a distribuire le versioni in vinile e cd. Consiglio una certa dose di pazienza durante l’ascolto per assaporare le finezze del quale è colmo. Anche chi è abituato ai suoni più ruvidi del gruppo non se ne pentirà.
(Pelagic Records, 2017)
1. Amnion
2. Intrapartum
3. Neophyte Visionary
4. King Ivory Tower
5. 54543
6. Détente
7. Hypnagogic
8. Qohelet
9. Intramortem