Molte volte si abbina la scena artistica francese a qualcosa di decisamente stravagante, borioso o anche libertino. Andando nel campo musicale, sia rock che metal, si trova altrettanta sperimentazione con delle tavolozze di idee soniche sempre colorate e variegate. Eppure nel sottobosco underground ci sono anche delle feroci eccezioni ed il nuovo disco del trio chiamato Salo, da Lione, sta lì a dimostrarlo. L’attitudine è tutt’altro che scanzonata o raffinata ma volta unicamente alla distruzione a suon di noise rock e delle venature punkeggianti aromatizzate al vetriolo. Questo From Melmac With Hate mira alla semplicità ma senza mai dimenticare di variegare la proposta con piccoli dosaggi sperimentali.
La muscolare “Guillotine”, fin dal titolo, non lascia nessuno scampo e scatena un putiferio noise sparatissimo e rumoroso con le melodie storte della stridente chitarra di Romano Krang a fare da collante ai muri di distorsione creati dal basso e dalle linee tonanti di batteria. La sezione ritmica, composta dalla coppia Carlotta Fiax al basso e Samy Delabre dietro le pelli, pare quasi la protagonista e macina feedback come un rullo compressore nelle detonanti “Fuel Injected Suicide Machine” o nell’acidità vocale urlata a pieni polmoni di “Bring Back Medieval Plague”. Anche la produzione è essenziale, grezza e sporca al punto giusto facendo risaltare la componente più rocciosa del trio (la rugginosa “Algeria” e la secca “Jay”) come pure le sue ossessioni perverse di deflagrazione (“Dick Hunter”). Ci sono però delle piccole sorprese. Il minutaggio delle tracce è spesso elevato e permette di godere di tanti piccoli dettagli sparpagliati nel disco che si dipana fra veloci e crudi assalti all’arma bianca, tributando i Motörhead nelle cavalcate chiamate “Fakir” e “Speed Missile”, rallentamenti dalle grigie melodie (“Tasmanian Tiger (for Nikita))” con delle linee vocali stranamente melodiche e sofferte) e pure dei richiami allo sludge/southern/blues nel mostruoso manifesto “Knee KO”. La perla dell’album è però “Raptors Cult”, un malato e cupo finale con un andamento sempre più rallentato con una chitarra sfibrata che si spegne piano piano in un malessere deviato.
Un nuovo album derivativo per alcune cose ma anche innovativo per altre dove i musicisti dimostrano maturazione ed idee non cosi scontate come si potrebbe credere. Consigliato!
(Bigoût Records, 2022) 1. Guillotine
2. Fuel Injected Suicide Machine
3. Algeria
4. Jay
5. Bring Back Medieval Plague
6. Tasmanian Tiger (for Nikita)
7. Dick Hunter
8. Fakir
9. Speed Missile
10. Knee Out
11. Raptors Cult
7.5