Big Black Sister, l’esordio del power trio pugliese Santamuerte – fondato nel 2013– , fu un interessante quadro che rappresentava l’amore della band per gli anni 60’, temperie in cui la semplicità delle melodie era all’ordine del giorno, non mancando comunque di irrobustire il tutto con sezioni più distorte anche se leggere. Con il nuovo disco KonoKono si punta ad una maggiore potenza, inglobandovi anche delle sonorità più anni 90’. Ciò ha permesso alla formazione di ottenere un risultato più crudo e distorto.
Il mutamento del sound è lampante fin da subito: con “My Pills” si respira difatti immediatamente un’aria fumosa ed heavy, dove il garage rock tipico della band si accoppia con lo stoner grazie anche ad un basso decisamente corposo. Via via che l’ascolto prosegue si avverte come la combo stia maturando (la voce è tuttavia ancora un po’ troppo sguaiata) e conseguendo un livello di consapevolezza dei propri mezzi più elevato. I pezzi si accendono come in “Mistery Days”, nella quale vengono citati i Blur più sporchi, laddove la cupa e blues “Without You” è invece caratterizzata da infiltrazioni noise. Alcuni brani mostrano inoltre inserti punk: i toni si fanno difatti agguerriti nei cori della sfrontata “Miracles” o nell’irruenza della roboante “Why You”. La potenza non accenna tuttavia mai a diminuire (seppur comunque mai troppo invasiva ma ben amalgamata al lato più morbido e leggero) specie nelle esplosioni stoner di “Spit of Gold”, e nella chitarra saltellante di “Pain, Sadness and Cheese”, concentrato di rock’n’roll puro con una sezione ritmica decisa ed ispirata. Sebbene ci sia tanta energia, come anticipato, c’è posto anche per la dolcezza (sempre se si può definire così) come dimostra la jazzata “Sand and Haze”, con quella sua pacatezza pop che, alla fine dei conti, risulta ben riuscita come intermezzo rilassante. Risulta inoltre doveroso citare la bonus track “KonoKono DjinghiDjinghi”, una sorta di rituale/invocazione dal flavour messicano. Il platter contiene anche brani non propriamente riusciti, come ad esempio la prevedibile “A Thousand Miles of Cigarettes” (fin troppo banale) e la statica “Cause She Will Come”, che ne abbassano lievemente il valore.
Si tratta probabilmente un album che fotografa una band ancora in uno stato intermedio, la cui fruizione non cambierà la vita a nessuno eppure funziona bene e fa ben sperare per il futuro: vi consigliamo dunque di concedere a questa giovane formazione una possibilità.
(Go Down Records, 2019)
1. My Pills
2. Mistery Days
3. Without You
4. Spit Of Gold
5. Miracle
6. A Thousand Miles Of Cigarettes
7. Pain, Sadness & Cheese
8. Why You?
9. Sand And Haze
10. ‘Cause She Will Come
11. KonoKono DjinghiDjinghi (bonus track)
7.0