Tredicesimo appuntamento della rubrica che ne conferma l’eterogeneità dei titoli trattati. In questa occasione parliamo del primo lavoro del progetto solista Thlurm, tra hardcore e metal estremo in diverse sue sfaccettature, del secondo EP dei nostrani Annozero, in cui militano veterani della scena hardcore nostrana, della compilation degli Ekkaia, che riprende i due album e due EP pubblicati a inizio millennio dalla band spagnola, di Conche Bianche, progetto solista di Luca Giuseppe D’Aloia (Radura, Nené Azzurra) e infine degli statunitensi Northern Life, che mostrano incoraggianti passi in avanti.
Articolo a cura di Davide Brioschi (Thlurm, Annozero), Jacopo Silvestri (Ekkaia, Northern Life) e Marina Borodi (Conche Bianche).
Thlurm > The Thlurm Must Die & Dungeon Scum
(Tape, CD – Wise Blood Records)
In pieni anni ’20 del nuovo millennio, l’americano Austin Sipes ci trascina indietro nel tempo, nella fossa buia e fangosa in cui quarant’anni fa la mefitica copula tra punk ed heavy metal concepì l’hardcore. La musica del suo progetto Thlurm rappresenta infatti una sintesi estrema del genere, una semplificazione che ne rivela le strutture primigenie, scarnificandolo fino all’osso. Nelle tracce dell’album, di durata raramente superiore al minuto e mezzo, la semplicità d’esecuzione del punk e la schiettezza delle composizioni thrash si fondono con la crudezza di certo black metal, e a tratti pare di ascoltare una versione più asciutta dei Toxic Holocaust o dei primi, seminali lavori dei Sodom. Nonostante la breve durata, la seconda metà del lavoro vede il susseguirsi di tracce piuttosto lunghe (a raggiungere anche i tre minuti) la cui realizzazione e posizionamento tra brani più dinamici e cazzoni non giovano particolarmente all’economia dell’album. Nel complesso comunque un lavoro interessante, crudo ed ignorante al punto giusto, indirizzato ad appassionati dei generi più disparati, dal grindcore all’hardcore al thrash.
Annozero > Bile
(Digitale – Scatti Vorticosi Records)
Atmosfere pensanti e massicce si sovrappongono a feroci ma scanzonate ritmiche punk nel nuovo lavoro degli Annozero, uscito l’8 aprile scorso per Scatti Vorticosi Records. Composto dall’amalgama di molteplici esperienze hardcore provenienti da tutta Italia (Black Wings of Destiny, Concrete Block, Sickhead…), il progetto arriva con questo Bile alla propria seconda release, dopo il Catarsi di due anni fa. La musica è quella che ci ha insegnato ad apprezzare l’hardcore nostrano: chitarre serrate e crude, riff diretti e batteria ignorantissima, dritta al punto. I temi quelli del livore e della frustrazione accumulati nei due anni appena passati, a districarci tra regole e raccomandazioni, presi in mano dai nostri con coraggio ed estrema franchezza ma forse un po’ fuori tempo massimo visti i tempi attuali. Rispetto all’Ep precedente, gli Annozero lasciano in Bile libero sfogo al proprio carattere più metallico, scatenandosi in assalti un po’ thrash, un po’ metalcore in brani come “Mare Nostrum” o “Automa”. In definitiva un album per i vecchi amanti del genere, che amano il pogo saltellante tra il punk più birraiolo e il torcicollo per le scapocciate da breakdown.
Ekkaia > Las Hogeras Arden Cada Vez Con Más Fuerza
(LP – Stonehenge Records)
L’importanza che hanno avuto gli Ekkaia nella scena screamo/hardcore spagnola e non solo è di tutto rispetto. La formazione è stata attiva nei primi anni del millennio, e pur in una finestra temporale ristretta durata dal 2001 al 2004 è stata capace di pubblicare due album dal notevole valore, i cui strascichi si possono sentire in diverse altre realtà. Las Hogeras Arden Cada Vez Con Más Fuerza è il titolo di una compilation uscita in triplo vinile tramite la francese Stonehenge Records che celebra la carriera della band da La Coruña. Oltre ai due album suddetti, nel lavoro vengono ripresi due EP: ¿Cuantos más moriremos hasta que esten satisfechos? e Ya hemos aguantado el sermón, ahora lo destrozaremos, rispettivamente del 2003 e del 2004 puntando i riflettori su due dischi che non meritano di essere sovrastati dai full length, riuscendo a reggerne il confronto. La tracklist, curiosamente, ripercorre le orme dei Nostri a ritroso, partendo dall’ultimo lavoro pubblicato e finendo con il loro debutto. Elemento chiave, che si può sentire in maniera sempre più marcata nelle ultime due release, è il legame tra lo screamo e la componente crust punk, che arriva a richiamare al sound che qualche anno dopo avrebbe caratterizzato un colosso quale i Fall of Efrafa. Compilation mediante la quale la formazione spagnola può ottenere ulteriore, e meritata, notorietà, con la loro musica che a praticamente due decenni dalla pubblicazione attesta un’egregia resistenza alla prova del tempo.
Conche Bianche > Conche Bianche
(Digitale – Non Ti Seguo Records)
In questo numero di Screamature abbiamo voluto dedicare la nostra attenzione anche a Conche Bianche (il progetto solista di Luca Giuseppe D’Aloia, chitarra e voce dei Radura e batterie dei Nené Azzurra) e, in particolare, al suo EP, omonimo, uscito il 7 aprile per Non Ti Seguo Records. Esso è composto da sette tracce acustiche dalle sonorità emo. Ciò che risulta interessante non è tanto la struttura sonora dell’EP, che è semplice e scorre in maniera piuttosto nitida, quanto lo sono i testi. Questi ultimi, infatti, nei contenuti si costituiscono come dei veri e propri racconti di una profondità disarmante, ma nella forma sembrano poesie le cui parole fluiscono in modo elegante. Un verso chiave è “immagino il tuo corpo levigato d’acqua / in una pace che non sa più di lotta”. Sono continue, infatti, le evocazioni di forme, oggetti o persone connotate da ineffabilità e inafferrabilità, che evocano figure morbide o malleabili. Questo EP sblocca, grazie a queste caratteristiche, una forte emotività e per questo motivo può essere l’ascolto privilegiato per coloro che hanno bisogno di immergersi in un’atmosfera astratta e quasi sognante.
Northern Life > You Gave the Haven I Failed to Provide
(LP – Autoprodotto)
Si intitola You Gave the Haven I Failed to Provide il nuovo EP degli statunitensi Northern Life, pubblicato nello scorso mese di febbraio a ben quattro anni di distanza dal precedente lavoro. Stilisticamente, il quartetto non ha stravolto quanto presentato in passato, ma si sente una crescita costante che rende le quattro tracce ulteriormente interessanti. La carica emotiva della band è coinvolgente, seguendo le orme di colossi quali gli ultimi Touché Amoré, se si guarda all’impatto della musica. Domina la scena uno screamo senza troppi fronzoli, con sezioni melodiche particolarmente curate e una buona amalgama di riff e cambi di scenario. Coesistono melodie sognanti a riff accattivanti, aprendo così la propria musica a influenze melodic hardcore, con tocchi più nascosti tra post-rock e metalcore. Il sound della formazione nordamericana è lineare ed efficace, abile nel cercare una propria identità senza sottomettersi agli stilemi tipici dei generi proposti. La commistione tra energia e delicatezza fa il suo sporco lavoro, e dopo i passi in avanti compiuti con tre EP pubblicati tra 2017 e 2022, si inizia a pensare che per i Nostri sia arrivato il momento del primo full length.