Il nuovo appuntamento di Screamature nei fatti non dovrebbe essere il quinto ma il 4.1. Con quest’appuntamento infatti abbiamo finito di setacciare le uscite dei primi dell’anno, ma chissà in realtà quante ce ne saranno sfuggite! Qua di seguito troverete sei EP e uno split. Come sempre si va da est a ovest, passando per il powerviolence degli High Cost, la grande sorpresa del nuovo EP dei misteriosissimi Amnesiac, le atmosfere più alternative / shoegaze dello split tra i russi Ensslin e i giapponesi Asthenia, l’ottimo lavoro d’esordio dei thesamedeepwaterasyou, una riedizione di un EP degli Spirit of Versailles (!!!), il nuovo 3″ dei fuori di testa giapponesi Sano Ex Machina e il New York hardcore della nuova fatica dei Cruel Hand. Non ci resta che augurarvi buon ascolto!
Amnesiac > Our Death Will Be Grand
(Digitale, Tape – Larry Records, Illuminate My Heart Records, Jean Scene Creamers)
Con questo gioiellino bisogna fare un passo indietro e ricostruirne il percorso di uscita. Our Death Will Be Grand esce in digitale a metà dicembre sulla pagina Bandcamp della band del Connecticut. Poi, il primo gennaio sempre in digitale sui canali della Larry Records che ne annuncia un 7”, insieme alla Illuminate My Heart Records, per questa primavera. Nel frattempo però ecco che esce una cassettina limitata per la Jean Scene Creamers di Pittsburgh il 5 febbraio. Degli Amnesiac invece, pochissime notizie, se non che si tratta di un quartetto di New Haven e che questo EP è il loro primo lavoro. Si tratta di soli quattro brani di cui i primi due non raggiungono i due minuti e finiscono prima ancora che ce ne accorgiamo, schiaffeggiandoci malamente tra ottuse sfuriate di implacabile emoviolence e sublimi trasparenze di post-hardcore, qui appena accennate ma che ritroveremo più massicciamente negli ultimi due brani. Il primo, “A Glimpse into Medicated Survival”, è un chaotic hardcore tagliente, ricco di pathos e tensione che addirittura si spinge pure a tirate black metal. L’ultima, che è la title track, è infine il pezzo forte. Un’intro sospesa dura un attimo e ci si ritrova sbalzati in un affondo letale di screamo, un caos inspiegabile, pieno di riprese, stilettate, raffiche di batteria, urla disumane e tante strizzate d’occhio al post-hardcore dei Poison the Well, screziato di alternative per certe chitarre ariose e novantiane. Our Death Will Be Brand è un EP perfetto. E’ il caso di dire il classico “aspettiamo con ansia altre uscite”.
8.0
High Cost > What’s Living Worth
(Digitale – Autoprodotto / Tape – Wide Eyed Noise)
Come un fulmine a ciel sereno, dal nulla, arriva questo spietatissimo EP dei newyorkesi High Cost. E’ la loro terza uscita, dopo un EP in 7” ed un singolo digitale con la cover di “Pet Sematary” dei Ramones. What’s Living Worth? esce anch’esso in digitale e autoprodotto ma è stata approntata pure una cassetta in edizione limitata dalla Wide Eyed Noise. La ricetta è di quelle veloci, ma non eccessivamente semplice in verità. La musica degli High Cost è difatti un bella centrifuga che mette dentro grind, metallic hardcore, powerviolence e fastcore. Minimo comune multiplo dunque la velocità, la durata e la rabbia cieca. Il piglio è arrogante, follemente aggressivo ma a fronte di una tale miscela What’s Living Worth? Resta un lavoro godibilissimo ed intelligibile oltre che dannatamente efficace. Un instant classic per la pletora di devoti dei Weekend Nachos!
7.0
Ensslin / Asthenia > Split
(Tape – Polar Summer, Tagesreste)
Questo split fra i russi Ensslin e i giapponesi Asthenia (che proprio sul finire dell’anno scorso ne hanno pubblicato un altro, superbo, insieme agli Overo) era uscito in digitale nel 2018. E’ oltretutto l’ultima pubblicazione degli Ensslin. A inizio anno è stato stampato in cassette dalle russe Polar Summer e Tagesreste, e gli Asthenia aggiungono per l’occasione al loro unico brano pure una cover dei Turning Point. Veniamo a noi. Il lotto dei russi consta di tre brani e presenta un delicato alternative rock con voce femminile, pieno di feels, colorato di malinconia e candore, arcadico. La loro musica affonda negli anni ’90 da cui porta con sé echi di shoegaze, atmosfere da polaroid e la freschezza dei sentimenti dell’emo. Più Lush che Paramore, per intenderci, e sono tre belle canzoni. Accoppiata migliore non poteva esserci. L’emotive hardcore degli Asthenia pesca tanto dai Turning Point – “Guidance”, la loro cover, è un classico della band sxe del del New Jersey, scritta nel loro secondo e ultimo periodo, quello maggiormente emo – quanto dagli Slint. Oltre all’idioma madre stupendo, spicca la cura per i dettagli e la bella scrittura, il modo in cui riescono sempre a digrignare i denti con grazia. Le cassette temo siano già sold out ma l’ascolto è comunque da recuperare.
7.5
The Spirit of Versailles > Summer ’99
(Vinile – I Corrupt Records, Larry Records)
Gli Spirit of Versailles sono stati un gruppo screamo di Sioux Falls attiva fino al 2001. La loro produzione consiste di un full più una serie EP, split e compilation. L’anno scorso la band ha pubblicato in digitale quest’altro EP che contiene dei brani rimasterizzati appartenenti agli split con Saqqara e Rise from Ruin mentre è recente la notizia che l’EP verrà pubblicato questa primavera da Larry Records ed I Corrupt in un 12” Single Side. I brani sono cinque, il loro screamo si caratterizza per le due voci che si rincorrono – di cui una è estremamente agghiacciante, lontanissima, sullo sfondo –, da una sensibilità e una compostezza, che a volta arriva inaspettata, nineties, per quel che riguarda il comparto strettamente musicale – per taluni versi sembra di sentire un certo post-hardcore della Trustkill. E un andamento sghembo, fatto da modulazioni ondivaghe, moti sussultori, improvvisi e fulminei, momenti dolorosissimi, assalti sanguinosi e fuori di testa, momenti catartici e coccole inaspettate. Quello che invece aspettiamo adesso è il vinile di Summer ’99.
7.5
Sano Ex Machina > Osaka Emoviolence Generation
(MiniCD – Kakusan Records)
A un mesetto esatto dal loro ultimo full length i giapponesi Sano Ex Machina se ne escono con un nuovo lavoro. Si intitola Osaka Emoviolence Generation è uscito in digitale e in un versione in 3” mini cd per la giapponese Kakusan Records. La particolarità è che decidono di inserire sample presi da videogiochi erotici giapponesi e mischiati alla loro caotica e malinconica proposta emoviolence. Ne viene fuori una roba che loro stessi hanno rinominato Erogeviolence o Bishojo screamo (gli Eroge o Bishojo game sono appunto i nomi con cui chiamano questi videogiochi erotici). Per il resto la proposta dei giapponesi non cambia. Si tratta di un emoviolence estremo, fuori di senno, caotico e lo-fi, caricato da tonnellate di epicità, ventate brutali e impetuose e una furia rara e belluina. I brani si rincorrono come una valanga di rocce grezze, capolavori che a volte superano appena una manciata di secondi. I Sano Ex Machina possiedono poi uno spiccato senso del tragico e una grande sensibilità per l’estremo, il weirdo, la sorpresa, l’unheimlich forse pure, per una scrittura postmoderna, che è fratta, brusca, essenziale, caratterizzata da collage stranianti mentre è tutto squisitamente giapponese il loro modo unico di risputare influenze e suggestioni in crossover inimmaginabili.
8.0
thesamedeepwaterasyou > intogreen
(Digitale, tape – Autoprodotto)
Sbucano da Athens, Georgia, invece i thesamedeepwaterasyou con il loro primo lavoro in assoluto. Si tratta dell’EP intogreen, uscito quest’anno autoprodotto, in digitale e cassetta. I brani sono cinque e uno solo supera i due minuti. Ma non aspettatevi lo screamo tutto di un pezzo che parte a raffica e finisce in un minuto. I thesamedeepwaterasyou hanno un background variegato e ciò si riflette nella scrittura che è validissima, come pure l’interpretazione dei brani che rende bene il senso di scoramento e l’antica disperazione alla base della loro musica. Il loro screamo a volte passa impercettibilmente in tirate estreme al punto da coincidere col black metal e in rallentamenti post-hardcore, con qualche rimando ai primi Norma Jean, negli stacchi poderosi, nei passaggi di batteria tortuosi, nel modo in cui si avvinghiano su se stessi, nell’accavallarsi schizofrenico di urla. Intogreen è un EP credibile, fatto di tanta sostanza.
7.5
Cruel Hand > Dark Side of the Cage
(Vinile – Static Era Records, Dead Serious Recordings)
I Cruel Hand avevano fatto il botto tempo fa con un paio di album validissimi usciti su Bridge Nine e grazie ai quali attirarono tante attenzioni su di sé. Poi un altro paio di album, e poi degli EP, usciti a singhiozzo, giusto per ricordarci che morti morti ancora non sono. L’ultimo è questo Dark Side of the Cage uscito per Static Era Records e Dead Serious Recordings in un vasto assortimento di 12 pollici single sided. Se vi erano capitati tra le mani una decina d’anni fa, dimenticatevi robe alla “Life in Shambles” e preparatevi per un bel ritorno nella Ney York hardcore degli anni 90, quello più mainstream della Roadrunner. Dark Side of the Cage ci regala atmosfere cupe e urbane, ci materializza il vapore che esce dai tombini, ti mostra un Evan Senfield che urla da dietro una recinzione di metallo, prendendola a pugni, circondato da pozzanghere, cemento e ponti. A parte questo la loro musica è, come immaginerete, muscolosissima e pienissima di groove ma con uno spiccato senso per l’alternative, un po’ come i Life of Agony – che vengono pure omaggiati con la cover della stupenda “Weeds” – anche se alla resa dei conti certe volte sembrano pure gli Stone Sour (“Get Off the Cross”) – d’altro canto, parlando di alternative e Roadrunner…
Ad ogni modo Dark Side of the Cage è un buon EP, ben curato, ma soprattutto è capace di sbloccarci un piacevole ricordo.