I Sentient Horror non sono svedesi, ma è come se lo fossero. Vengono da Stockholm, ma quella in America, in particolare nel New Jersey. A prescindere da questo, sono talmente tanto svedesi da attirare l’attenzione di una delle massime entità spirituali del death metal scandinavo, ovvero Dan Swanö. Ci eravamo lasciati con loro con il riuscitissimo Rites of Gore, uscito nel 2022; è tempo però di riprendere in mano la loro proposta con In Service of the Dead.
Sia musicalmente che a livello di testi In Service of the Dead sanguina attitudine old-school, permeata di influenze scandinave (in particolare svedesi ovviamente). Il risultato è forse uno dei picchi qualitativi più alti della carriera della band americana, che ha perfezionato il suo sound ancora di più giungendo ad una maturità decisamente interessante. Tutti i pezzi di In Service of the Dead sono delle vere e proprie rasoiate, suonate senza cenni di titubanza o debolezza, interpretando alla perfezione il concetto di death metal. In particolare la sezione ritmica è decisamente accattivante e bilanciata, dando ai singoli tasselli del disco una propulsione perfetta. Il pezzo che ci sentiamo di consigliare più di tutti per farsi un’idea di quello che abbiamo davanti è “Undead Mutation”: quadrata e diretta, tra parentesi ne è stato girato anche un videoclip.
In Service of the Dead in parole povere si candida di prepotenza ad una posizione di tutto rispetto in un’ipotetica classifica dei migliori album estremi dell’anno. Facendo una retrospettiva del percorso dei Sentient Horror, si potrebbe dire che tutti i loro sforzi hanno portato a questo disco, che probabilmente rappresenta la loro opera migliore, e più riuscita.
(Redefining Darkness Records, 2024)
1. The Way of Decay
2. Undead Mutation
3. Mutilation Day
4. Cadaverous Hordes
5. The Tombcrusher
6. Out of Sanity
7. Glory to the Rotten
8. Born in a Morgue
9. Feeding on Fear
10. In Service of the Dead