I finlandesi Seremonia (traducibile in cerimonia) arrivano alla quinta tappa della loro carriera dopo ben sei anni dall’ultima fatica discografica. Come il nome può far intuire, questo quintetto si propone come un mix del dark rock di fine anni ‘60 (Coven e Black Sabbath ma anche i sottovalutati High Tide), folk oscuro modello Blood Ceremony ed ovviamente delle concessioni alla psichedelia. Rispetto al precedente Pahuuden äänet questo Neonlusifer tenta di prendere nuove strade puntando su di un assalto più diretto piuttosto che avvalersi di suoni dilatati all’inverosimile. La Svart Records non poteva non lasciarsi ammaliare da questo esperimento dal cuore vintage con voce femminile, ma non tutto è andato per il verso giusto.
Non sappiamo bene cosa sia successo ma ascoltare questo album lascia parecchie perplessità, specie se consideriamo le piccole perle del passato che riuscivano a coniugare perfettamente tutte le influenze del gruppo in maniera armonica. Qui invece si è deciso di scindere tutto in blocchi singoli con il risultato di creare una compilation piuttosto che un album. Da una parte c’è la componente più dura e garage rock come l’aggressivo riffing di “Väärä valinta”, le veloci bordate in “Naamiot” o anche le mitragliate punk crude nelle massicce “Kaivon pohjalla” e “Tuolle puolen auringon”. Dall’altra si trovano gli episodi più canonici, che purtroppo risultano davvero insipidi e prevedibili, sia che si tratti del tipico doom Sabbathiano (“Raskasta vettä”) o di inserti di synth/flauto o vocals da sacerdotessa, oppure il mero tentativo di combinare tutto scivolando inesorabilmente nel baratro più buio. Le vocals sono davvero monocordi, svogliate e la sezione strumentale non riesce a dare vigore alle tiepide composizioni che a volte richiamano Jess And The Ancient Ones con il freno a mano tirato (la schizzata titletrack “Neonlusifer”) ed a volte pasticciano malamente nel cercare di incastrare punk e psichedelia senza riuscirci (“Maailmanlopun aamuna”). Pare una band totalmente diversa da ciò che era fino al disco recente dove chitarre infuocate, melodie spensierate, intermezzi da trip mentale e vocals efficaci (che seppure statiche facevano il loro lavoro) costruivano una solida base compositiva invogliando ad ascoltare diverse volte le tracce per cogliere ogni sfumatura. Non vi è traccia di tutto ciò nel nuovo album. Scarsità di idee, songwriting povero, esecuzione che non esalta ed in generale una sensazione di stanchezza per non dire scarsa voglia di fare. Da un disco del genere si può rischiare di non rialzarsi più quindi speriamo vivamente che il gruppo possa riordinare i propri pensieri e scrollarsi di dosso i malesseri.
Dopo diversi anni di attesa non ci si aspettava una tale caduta di tono. Speriamo sia solo un passo falso.
(Svart Records, 2022)
1. Väärä valinta
2. Neonlusifer
3. Naamiot
4. Raskasta vettä
5. Unohduksen kidassa
6. Kaivon pohjalla
7. Tuolle puolen auringon
8. Maailmanlopun aamuna