Viene da Seattle questo interessante progetto dietro il quale si nasconde la poliedrica Artista Anne K. O’Neill. Pittrice, musicista, scrittrice, la Nostra ha deciso di convogliare tutta la sua poetica nel suo alter-ego musicale denominato Serpentent, con il quale ha pubblicato in questa primavera il primo full di una trilogia chiamata Ancient Tomes. Il disco che abbiamo tra le mani, in uscita per la sempre attenta Svart Records, è intitolato Mother of Light, ed è sorprendente scoprire come la “madre della Luce” altro non sia che la personificazione della Morte.
La O’Neill ha scelto come linguaggio musicale quello del dark folk che riporta alla mente musicisti del calibro di Dead Can Dance, Chelsea Wolfe, Darkher e Agalloch (di The Mantle). Atmosfere sospese quindi, boschive, notturne e impalpabili, sorrette da un lavoro alle chitarre intimo e personale che si avvale del supporto di una sezione ritmica mai invadente e di inserti di synth, tastiere ed elettronica in grado di aggiungere maggiore profondità ed atmosfera al tutto. La voce della cantante è però, manco a dirlo, la protagonista principale: dai toni mai troppo alti, carezzevole ma allo stesso tempo dotata di presenza e peso, ci trasporta attraverso mondi lontani da tutto e tutti, spazi indefiniti che, a parere di chi scrive, si ricollegano a certe ambientazioni presenti in Sandman, il fumetto di Neil Gayman.
La qualità è incredibilmente alta e lo si evince già dal secondo pezzo, “Ancient Tomes”, che assieme alla successiva “Winding” (così “agallochiana” nel suo incedere rituale e boschivo) costituisce una combo che non fa prigionieri e cattura subito l’ascoltatore. Se vogliamo trovare un difetto in Ancient Tomes, Volume I: Mother of Light questo va cercato nei momenti più lunghi ed articolati che corrispondono a due canzoni in particolare, “Mother of Light” e “The Fountainhead of Fire”: non stiamo dicendo che siano tracce brutte, attenzione, solo che non riescono a tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore per tutta la loro durata vivendo di due anime distinte. Entrambe sono praticamente divise in due movimenti, e in entrambi i casi è la seconda parte quella che riesce a tirare su le sorti di pezzi che altrimenti si stavano affossando in una decadente litania poco ispirata: grazie però a struggenti crescendo e a un pathos sempre alto i due brani trovano un senso e una degna conclusione. Ma lo ripetiamo, è proprio un voler cercare il pelo nell’uovo: “Rise & Fall”, la quasi pastorale “Death”, nonché le tracce già citate e poste in apertura di disco controbilanciano agilmente eventuali lacune che possono essere trovate, di fatto confermando il gran potenziale di Serpentent.
Sembra essere una buona annata per queste sonorità decadenti, poetiche e sognanti, e Anne K. O’Neill con il suo Ancient Tomes, Volume I: Mother of Light si inserisce di prepotenza tra le migliori sorprese musicali di questo 2022 che non è nemmeno arrivato al giro di boa, ma ci ha già regalato bellissime perle. A questo punto è lecito aspettarsi molto dagli altri due volumi che comporranno la trilogia di Serpentent: non vediamo l’ora!
(Svart Records, 2022)
1. The Descent
2. Ancient Tomes
3. Winding
4. Sonette an Orpheus: IV
5. Ой, ти місяцю
6. Death
7. Mother of Light
8. The Fountainhead of Fire
9. Rise & Fall