Un viaggio introspettivo in una Scozia post-apocalittica, attraverso la rude e aspra natura delle Highlands, riflettendo su sé stessi, sul proprio destino e sulle azioni dell’umanità che hanno portato allo sfacelo: questo è il leitmotiv di Traverse The Bealach, secondo parto del polistrumentista Tony Dunn (ex-Falloch, Saor e Cnoc An Tursa) con il suo progetto Sgàile. Il Nostro aveva già dato prova di forza con il debutto Ideals & Morality del 2021, e questo album non è altro che una piacevolissima conferma. Musicalmente non ci siamo mossi molto da quel progressive metal orecchiabile, fluido e melodico che aveva caratterizzato il primo lavoro, magari in questo caso sono state aggiunte piccole digressioni ora acustiche, ora dal sapore più spiccatamente post-metal, utili a dare maggiore enfasi e ad arricchire la cornice che racchiude le sette tracce di Traverse The Bealach.
Un ascolto di poco più di un’ora che procede spedito, immaginifico e sognante: il viaggio si apre con “Psalms To Shout At The Void”, pezzo che per certi aspetti può ricordare, talvolta, certe cose dell’ultimo Saor (nei momenti più inclini all’atmosfera o in certi riff di chitarra dal sapore heavy classico) e di Alcest (nel modo in cui il francese traduce in musica la malinconia mista ad un nebbioso senso di vaghezza). Dunn poi come sempre ci mette il carico con la sua voce potente e cristallina, ben modulata secondo gli stati d’animo che vuol comunicare, ma non possiamo escludere che il suo particolare timbro possa alla lunga risultare monotono e noioso (non è stato il nostro caso comunque). In linea di massima il lavoro di Sgàile non presenta passi falsi, ma ci ha convinto di più nei momenti più robusti e strutturati, più aggressivi e “post-” se vogliamo, presenti un po’ in tutte le canzoni e protagonisti sia nella title-track che in “Silence”. Attenzione però a sottovalutare le parti intime e riflessive: spesso usate come ponte tra un momento e l’altro all’interno della struttura dei brani, si rivelano essere delle digressioni sognanti e basilari per traghettare l’ascoltatore nel mondo che Dunn ha voluto dipingere (si veda a tal proposito la seconda parte di “Entangled In The Light”).
Una bella conferma per Sgàile, che da onesto e capace mestierante continua imperterrito nella sua soluzione stilistica, che pezzo dopo pezzo, disco dopo disco sta acquistando maggiore forza e affermazione. Non sarà l’album del secolo ma ci è piaciuto, ci ha saputo regalare momenti emotivamente anche molto coinvolgenti e ci ha tenuto incollati all’ascolto per tutta la sua durata, e scusate se è poco. Per chi già conosce il Dunn solista Traverse The Bealach è un obbligo, e per chi non lo conosce è un valido punto di partenza per scoprire la poetica musicale dell’Artista scozzese.
(Avantgarde Music, 2024)
1. Psalms To Shout At The Void
2. Lamentations By The Lochan
3. The Ptarmigan’s Cry
4. Introspect
5. Silence
6. The Brocken Spectre
7. Entangled In The Light