She The Throne è una realtà molto difficile da inquadrare, indipendentemente dal punto di vista che si voglia prendere come riferimento in fase di approccio. Concettualmente ispirato al culto di Iside in quanto Dea della vita, della guarigione, della fertilità e della magia, ma soprattutto inquadrata come la personificazione del trono, il duo inglese riesce ancora una volta a spiazzare con un lavoro inquietante, che catalizza l’energia e l’attenzione dell’ascoltatore, lasciandolo sin da subito interdetto e annichilito. Nuntis è infatti un album che sfocia nel ritualismo puro, legato ad un simbolismo sonoro post-industriale contemporaneo che dilania, aliena, distrugge e annienta, senza compromessi e senza sosta; ai limiti dello sciamanesimo, pronto ad esplodere da un momento all’altro man mano che si prosegue nell’ascolto.
Abbiamo tra le mani un disco che è inquadrabile in una sola direzione, quella di un’esperienza di ascolto drammatica e travolgente, ai limiti della tortura sonora. Un disco che ci imprigiona in un vortice da cui non è possibile fuggire, in cui possiamo solo attendere la nostra ora, in ascolto di un sermone che sancisce, una volta per tutte, che è prossimo il tempo della fine. Un disco trance che riesce a dare dipendenza, capace di far scomparire il mondo intero in un istante, in una fragorosa esplosione di dolore concreto e tangibile.
Mentre ascolti Nuntis e sai che ti stai facendo del male, ma al tempo stesso sai anche di non poterne fare a meno, perché hai acquisito la consapevolezza di aver davvero bisogno del suo dolore. E allora ti lasci andare, in un viaggio infinito, lento e inesorabile, che speri davvero non finisca mai.
(Trepanation Records, 2023)
1. Uath
2. Clonus
3. Nirodha
4. Vril
5. Nephilim
6. Apsara
7. Clare
8. Larentia
9. Fulcanelli