Tre anni fa Quiescence irrompeva a sorpresa sulle scene raccogliendo un feedback considerevole, anzi straordinario per un debut album. D’altronde non capita spesso di firmare con la Candlelight per un disco d’esordio, e in seguito di promuoverlo con una serie veramente lunghissima di concerti in tutta Europa. Si tratta di risultati invidiabili per una band underground italiana, anche se del tutto giustificati e rappresentati da un album che ha davvero portato una ventata di aria nuova sulla scena. Questi sono i presupposti con cui gli Shores Of Null hanno dato alle stampe la nuova fatica Black Drapes For Tomorrow, e sembra che si siano presi tutto il tempo necessario per calibrare al meglio un colpo che non poteva assolutamente fallire. Muovendosi in una sicura via di mezzo tra il ripetersi e lo stravolgersi, i Nostri proseguono il discorso iniziato con Quiescence nel più naturale dei modi, ovvero impreziosendo e maturando a piccoli passi la propria proposta – quel connubio di black e doom metal melodico a tinte gothic e decadenti che, comunque, mai è parso derivativo – con una manciata di nuove influenze tanto coerenti quanto efficaci. Se, da un lato, squadra (e formula) che vince non si cambia, il cristallizzarsi su determinati paradigmi non avrebbe giovato ad una band che si trova solo al proprio secondo album. Anticipiamo sin da queste prime battute che così non è stato.
Il mélange sonoro degli Shores Of Null sembra oggi espandersi come un fluido, lambendo due poli opposti sui quali la band si appoggia, a turno. Se “Donau”, primo effettivo brano della tracklist, traghetta l’ascolto fra i due album – non a caso si tratta del primo singolo estratto – presentando un sound sicuramente più spinto, ma anche più raffinato, dagli episodi successivi si possono delineare i due diversi binari sopra citati. Da una parte troviamo brani come “Tide Against Us” e la title-track, drammatiche e posate, con un feeling accostabile ai The Foreshadowing tanto quanto ai Saturnus; dall’altra fa capolino un nuovo linguaggio, inedito per la band, che con i suoi blast beat e rifframa acuto e serrato pesca a piene mani dal death melodico grigiastro e glaciale che ha fatto la fortuna di compagini come gli Insomnium (“House of Cries”, “Carry On, My Tiny Hope”). Chiude l’album una “The Kolyma Road” che introduce degli elementi aggressivi, possibile nuova via da esplorare nelle prossime uscite.
Muovendosi fra queste atmosfere, a volte più barocche e altre più rabbiose, la band non manca di mettere a fuoco quelli che erano i punti di forza di Quiescence, su tutti l’enorme lavoro delle voci, con un Davide Straccione ancora una volta magistrale e anzi più versatile che in passato. Anche gli arrangiamenti si dimostrano più curati, grazia ad una maggiore attenzione per le dinamiche e ad un uso più fantasioso della sezione ritmica guidata dal drumming tecnico di Emiliano Cantiano.
Black Drapes For Tomorrow si definisce, dunque, come un netto passo avanti rispetto al disco d’esordio. Non solo in virtù delle nuove idee espresse al suo interno, ma soprattutto grazie alla libertà compositiva ed esecutiva con cui esse si realizzano, scardinando i paletti che la band sembrava essersi posta in precedenza e che avevano l’unico risultato di una castrazione autoimposta. Inoltre, l’impulso qualitativo di questa release risulta più diffuso: se nel precedente il dislivello fra brani da antologia come “Ruins Alive” o “Quiescent” e il resto della tracklist era evidente, quest’ultima fatica è in questo senso più omogenea, più coerente, cammina agilmente sulle proprie gambe. Ci troviamo al cospetto, in sintesi, di una band che è riuscita a superarsi nonostante tutte le difficoltà del caso, ma in maniera silenziosa e laboriosa, evitando ogni tipo di svolta radicale e perentoria. Forse è proprio questa positiva quiescenza, accoppiata a delle capacità musicali indiscutibili, a rendere gli Shores Of Null ciò che dimostrano di essere.
(Candlelight Records, 2017)
1. Tributary Waters
2. Donau
3. Tide Against Us
4. House Of Cries
5. Black Drapes For Tomorrow
6. The Enemy Within
7. Carry On, My Tiny Hope
8. We Ain’t Ashes
9. A Thousand Storms
10. The Kolyma Road
11. Death Of A River