Sì, forse un po’ fuori tempo massimo scrivere di un album uscito un anno prima, ma cosa vuoi, le cose vanno anche così. E detto questo credo sia fondamentale prendere in esame un disco che fa parte di una scena casalinga, quella romana per la precisione; un’area del nostro paese che ha saputo partorire band fondamentali per l’hardcore, in primis Anti You, Coloss, Payback, Lucida Follia e Plakkaggio, solo per menzionarne qualcuno e, da un po’ di tempo a questa parte, anche Short Fuse che dopo uno scarno What still remains e un ben più cresciuto ma ancora immaturo Sink or Swim pubblicano nel 2022 Embrace Yourself. Disco in cui i ragazzi sono maturati e pronti a dare il meglio di loro e lo fanno.
Non passa molto prima che da un primo momento in cui vai a guardare la copertina e pensi “sì, è proprio un disco hardcore questo, guarda quel logo, qui ci sarà tanto di quel sound new yorkese che manco te lo sto a dire”, ascolti e ti trovi ad ascoltare una sorta di connubio nostalgico tra Counterparts, primi Killswitch Engage (quelli dello storico EP che conteneva “Irreversal” per intenderci) e sì, una sfarinata di Agnostic Front del periodo Warriors, sopra tutto questo una voce aggressiva che si alterna a delle clean vocals che a tratti potrebbero ricordare i Linkin Park dei primordi. Ora, dopo aver fatto questa carrellata di nomi grossi che forse, in qualche modo hanno influenzato la crescita di questa band nostrana, cosa c’è d’altro? C’è una band giovane, di giovani che riescono tramite un sound ormai non molto più in voga a trasmettere un senso di piacevole nostalgia, ma che oltre questo fa muovere i piedi con quei mosh e quei riff cadenzati che sai già che stanno per introdurre un breakdown di quelli belli ignoranti come li ricorda chi ha vissuto gli anni migliori di questo genere. Embrace Yourself se la sbriga in una manciata di brani per un totale di venti minuti circa, quindi pezzi che non si perdono in voli pindarici vari, tutt’altro, tendono ad andare dritti al punto, qualunque strofa, ritornello, o parentesi che sia suona per il tempo essenziale in quanto qui è il punch che conta, non il convincere l’ascoltatore che la band abbia delle doti compositive sopra le righe e ci piace così onestamente. Questo è uno di quei dischi fatti per pogare, per scapocciare e fare casino sotto lo stage. Tanto basta.
Embrace Yourself forse non vanta innovazione o freschezza per quanto riguarda un’ipotetica nuova interpretazione del genere, ma è probabile che non fosse questo alla testa delle intenzioni della band e tutto sommato, non ci interessa. Embrace Yourself è gustoso, punto.
(New Age Records, 2022)
1. Liberation Dance
2. Illusion
3. In Me
4. Still Counting
5. The Fallen
6. Sandstorm
7. Coming Back