Era da parecchio che non si ricevevano notizie sulle nuove uscite dalla Voodoo Rythm Records ed ecco, come un fulmine a ciel sereno, arrivare in redazione la seconda opera dei torinesi Sloks. Questo trio di pazzoidi (Ivy alla voce, Tony alla batteria e Buddy alla chitarra) se ne esce con un lavoro ancora più schizzato del precedente uscito nel 2018. Fin dal titolo, che è tutto un programma, A Knife In Your Hand, si percepisce che ciò che si starà per ascoltare sarà tutt’altro che dolce. Il loro modo di intendere il rock’n’roll è totalmente estraneo a tutto ciò che è venuto fuori dagli anni ‘70 in poi ma si rivolge a quella cerchia rozza e distruttiva della decade dei ‘60 figlia di mostri sacri come MC5, Blue Cheer e The Stooges tanto per citarne alcuni. Garage rock quindi ma nella versione più primitiva e rozza possibile con una qualità del suono modello scantinato proprio per voler rincarare la dose di totale dedizione all’underground più marcio.
Dodici sono i brani, tutti sparatissimi e della durata esigua. La devastazione arriva in fretta fin dall’opener “Dillinger” dove la distorsione raggiunge subito dei livelli di guardia accompagnata dal cantato sguaiato ed alieno della cantante Ivy. Qui si sente quasi del post-punk ma sparisce in tempi brevi per lasciar spazio ad episodi blues sporchissimi e luridi (“No makeup” e la mortifera “SBANG”) pieni di riffs scheletrici oppure intermezzi punk fracassoni (“Burn baby burn” con la sua batteria distruttiva). Tutto è votato al minimalismo ed in generale al puro rumore come la micidiale “Bad to the Bone” (ricorda qualcosa dei The Rolling Stones gonfi di acidi e feedback allucinati) o le esplosioni soniche a nome “Exotic Store” e “Last Grave”. C’è però qualche leggera concessione alla melodia per rendere il disco meno monolitico. Essa si insinua nei riff garage di “Crank it up” o nella più acida e disturbante titletrack “A Knife in Your Hand” per poi venire letteralmente stuprata dalla crudezza rock’n’roll di “Ruin it All” e dalla folle ma dinamitarda “Killer vs Killer”, un episodio di puro garage rock con tanto di tastiere “melodiche” (addirittura il cantato pare più umano) per poi diventare violenza estrema pregna di aspra cattiveria.
Il trio ha voluto andare controcorrente in tutti i sensi presentandosi con un album totalmente anti-commerciale votato al proprio piacere personale e probabilmente saranno in pochi a riuscire a vederne le qualità in un mondo musicale oramai pieno di produzioni sempre più perfette. Impavidi stregoni del rumore, così potrebbero essere definiti gli Sloks. O li si ama o li si odia, non ci sono mezze misure. Non resta altro che alzare il volume e farsi travolgere dalla furia primordiale, alle volte c’è bisogno anche di quella.
(Voodoo Rhythm Records, 2021)
1. Dillinger
2. No Make Up
3. Burn Baby Burn
4. Bad To The Bone
5. Crank It Up
6. A Knife In Your Hand
7. Ruin It All
8. Killer vs Killer
9. Exotic Store
10. SBANG!
11. Last Grave