Non potevano mancare in questo 2022 gli svedesi Soliloquium a rallegrare le giornate di ogni amante delle sonorità plumbee del doom. Soulsearching arriva a due anni di distanza da Things We Leave Behind con rinnovata ispirazione e un set completamente nuovo di pigmenti scintillanti.
La progressione fa parte di questa creatura così come l’emotività. Il bellissimo ed estremamente bilanciato mix di doom e death è arricchito di una melodia tutt’altro che scontata, una melodia governata dal complesso processo evolutivo sentimentale, non dal volgare ragionamento compositivo ed è in questo modo che Soulsearching si colma di perle meravigliose come “The Silent Epidemic” con quelle brevi e fugaci voci femminili e quel fraseggio di arpeggi celestialmente sensazionali su chitarra distorta. Ci sono eventi in questo disco che possono ricordare alcune soluzioni utilizzate dai Dream Theater in un disco emotivamente sentito come Metropolis Pt. 2 e non si deve lasciar perdere il frequente riferimento vocale al mitico Devin Townsend dell’epoca Steve Vai, palesemente riconoscibile in una gemma brillante quale “Missing Pieces”. Senza dilungarmi più di troppo, Soulsearching fa di un ascolto un’esperienza piena di belle sensazioni. È un album che tocca molto in fondo l’ascoltatore e la possibilità di esserne commossi è tutt’altro che remota.
Non è un disco perfetto perché credo che il disco perfetto non esiste, ma si lascia dietro una scia luminosa che profuma di autunno e di tristezza, però in tutta questa malinconia c’è da restare meravigliati di queste sonorità così delicate che a tratti fanno pensare ai Les Discrets e a tratti agli Officium Triste. Non resta che ascoltarlo infinite volte e coglierne tutta l’essenza.
(Naturmacht Productions, 2022)
1.Floodgates
2.Stillwater
3.The Silent Epidemic
4.Missing Pieces
5.Diaspora
6.Finality
7.Soulsearching